La Medici srl cambia il nome, ma non rotta. La situazione dell’azienda di Vezzano sul Crostolo, di proprietà di Maurizio Medici, marito della presidente di Confapi Cristina Carbognani, è sempre più difficile. Dopo la chiusura dello stabilimento in Tunisia (per il presunto sequestro del titolare non confermato dalla Farnesina), la ditta che produce interni per auto sta cercando di trasferire la produzione in India o in Serbia. Sono dunque sempre più a rischio i 47 dipendenti della filiale di Vezzano e l’incontro che si è svolto in Comune lunedì tra il sindaco Mauro Bigi, il vicepresidente della Provincia Pierluigi Saccardi, i rappresentanti sindacali e l’azienda non ha portato ad alcuna soluzione. Durissimo l’intervento della segreteria della Filctem Cgil che punta il dito contro i vertici della Medici e parla di “cattiva imprenditorialità”.
“Da tempo – si legge nella nota il sindacato propone all’azienda di attivarsi a mantenere l’occupazione, cercando anche attraverso percorsi formativi di riqualificare il personale e diversificare la produzione. La risposta aziendale, è stato un secco no: “C‘è una difficoltà finanziaria, il mercato è in crisi, quindi si costituisce un’altra società che potrebbe assorbire 5 o 6 dipendenti o si chiude”. Nel frattempo è stato cambiato il nome da Medici srl a Leatherauto srl; così si mette a riparo il marchio e probabilmente andrà ad investire all’estero (come sbandierato dalla Presidente Api) dove il lavoratore è merce e i guadagni più lauti. Grande lungimiranza di capacità industriale, alla faccia della responsabilità sociale che un imprenditore e un’associazione datoriale dovrebbero avere. E se poi altre 40 famiglie rimarranno senza lavoro sarà un problema della collettività”.
“Vista la grave situazione di prospettive e l’enorme difficoltà economica che le lavoratrici e i lavoratori stanno vivendo in questi ultimi mesi e visto anche la mancanza di una risposta aziendale in merito al mancato pagamento degli ultimi 4 stipendi, – conclude il sindacato – continueremo a coinvolgere le lavoratrici e lavoratori in assemblea per valutare tutte le iniziative possibili da mettere in campo per modificare questa situazione non condivisibile”.