“Avete fatto un bel casino”: Renzi l’aveva un po’ gufata

Colpo di scena, 24 ore dopo le parole del premier: indagati per le “spese pazze” in Regione sia Richetti che ritira la sua candidatura che Bonaccini che annulla l’incontro alle Notarìe e a FestaReggio e torna in fretta e furia a Bologna. Non resta che Delrio
funerei
Doccia gelata per i richettiani locali: C’è Beppe e C’è Gazza

Chiamarlo colpo di scena? E’ un semplice eufemismo…

Nel primo pomeriggio di oggi le agenzie battono la notizia secondo cui Matteo Richetti (uno dei candidati del Pd alle primarie per le regionali emiliane) annuncia il ritiro della propria candidatura: “Mi fermo qui” si limita ad affermare il protagonista della vicenda. Motivo? Circola immediatamente un’ipotesi: pressioni da Roma, evidentemente Renzi (schierato, come noi avevamo anticipatamente sostenuto, a favore di Bonaccini) gli ha chiesto di fare un passo indietro, perchè Bonaccini vincerà sicuramente e a quel punto non vale la pena lasciar sussistere una contrapposizione che rischia di diventare dannosamente litigiosa. Renzi stesso, il giorno prima, lo aveva rimarcato: “Avete fatto un bel casino, ma l’importante sarà non litigare“. Detto, sfatto.

Il segretario-premier l’ha gufata forte. Eh sì perchè, distanza di meno di un paio d’ore dalle prime agenzie, arriva quest’altra: Richetti risulta indagato dalla Procura di Bologna per peculato, nell’ambito dell’inchiesta “spese pazze” che vede coinvolti anche otto consiglierei del Pd e e che riguarderebbe Richetti per il presunto utilizzo di auto blu “da casa e per casa” nel periodo in cui il deputato modenese ha ricoperto la carica di presidente del consiglio regionale.

Lo stesso Richetti, scusandosi con i suoi sostenitori, posta immediatamente su facebook un messaggio per spiegare i motivi della decisione. “L’unità – scrive – è un valore che non va solo dichiarato, ma anche praticato. Per me, in politica, è un valore importante, così come lo è trovare un punto di sintesi, di lavoro insieme. Per questo non metterò in campo la mia candidatura. Decisione sofferta e meditata, ma credo sia nell’interesse dell’Emilia-Romagna e del Pd. Ora non è il momento delle divisioni, il nostro Paese e la nostra regione non possono permetterselo”.

Per il partito sono momenti febbricitanti. In serata si viene a sapere dal suo stesso legale che anche Stefano Bonaccini, candidato numero uno alle primarie, è indagato nell’ambito della stessa indagine. Bonaccini annulla il doppio incontro reggiano in programma per oggi: quello delle 18 all’Albergo delle Notarie e quello serale a Festareggio. E torna in fretta e furia a Bologna.

E mentre non pare ancora del tutto tramontata l’ipotesi Delrio (chissà che il “bel casino” possa farsi ancora più bello), il comitato organizzatore delle primarie Pd in Emilia-Romagna sta in queste ore verificando la validità delle firme dei due candidati ufficialmente rimasti dopo l’abbandono di Bianchi e Costi: Stefano Bonaccini e Roberto Balzani, ai quali dovrebbe aggiungersi Matteo Riva del Centro democratico. Nel frattempo, Regione e ministero degli Interni stanno discutendo sulla data delle consultazioni. Ormai è quasi ufficiale, si voterà il 23 novembre.

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