L’ex sardina Mattia Santori, oggi lanciatissimo nell’area Schlein, aveva liquidato con una battuta l’uscita fulminea, a primarie ancora calde, dal Pd dell’ex ministro, il cattolico Giuseppe Fioroni. “Per un Fioroni che se ne va, altri centro iscritti che se ne entrano”, aveva tuonato l’ex capo ittico da Bologna dove si occupa ora di animare il turismo petroniano.
Gli ha immediatamente fatto eco da Reggio Emilia, dalle locali pagine del Carlino, l’aedo della Belle Epoque comunista Max Collini, l’Evtušenko della porta accanto, che a precisa domanda sui catto-tentennamenti della parte ex democristiana del partito, in primis quel padre nobile del Pd Pierluigi Castagnetti (che in tempi non sospetti aveva preannunciato un piano di fuga in caso di vittoria della Schlein) l’ha seccamente liquidato. “Ma vadano dove vogliano, che me ne frega!”. L’ironico cantore della grandezza imperialistica Urss che quasi sfancula l’amico fraterno del Presidente Mattarella ci restituisce abbastanza fedelmente l’aria che tira nella “fase costituente”. Una sorte di assise grandguignolesca.
Ma non è che l’inizio. Ne vedremo delle belle. E 7per24 sarà qui per deliziare i sadici palati di chi vorrà assistere al rotolamento delle teste.