Siamo alla vigilia di nuove ed impegnative scelte, e credo dobbiamo affrontarle con la piena consapevolezza delle questioni di cui stiamo parlando, a partire dal ruolo delle Camere di Commercio, che sono l’unica casa in cui abitano tutte le imprese, siano esse aderenti o meno ad associazioni di rappresentanza, e al cui interno le associazioni imprenditoriali hanno la responsabilità di adoperarsi per promuovere sviluppo per tutti, per far crescere cultura imprenditoriale, del rispetto della competizione e della legalità”. Stefano Landi, presidente della Camera di Commercio, ha introdotto così le riflessioni sul futuro dell’Ente contenute nella relazione con la quale ha aperto la quattordicesima giornata dell’Economia alla Sala degli Specchi del Teatro Valli.
Uscendo dalla querelle su quali siano i possibili accorpamenti (con Parma, Piacenza e Modena o solo un’alleanza oltr’Enza), Landi ha puntualizzato, innanzitutto, innanzitutto, che “la natura pubblica di questi enti va compresa e rispettata, evitando qualsiasi forzatura impropria sull’uso dei patrimoni rispetto alla loro missione, sull’autonomia nelle scelte e sui tempi in cui queste vengono assunte”. Ed è proprio sul filone del ruolo istituzionale di questi enti filone che il presidente della Camera di Commercio si è spinto nelle sue considerazioni. “Oggi – ha detto – è necessario concentrarsi sul cosa significhi la riduzione delle risorse disponibili per comprendere in che modo gli enti camerali potranno essere ancora quei motori di sviluppo che in questi anni hanno alimentato i nostri territori”.
“Analogamente – ha aggiunto Landi – è necessario valutare le funzioni che sono state assegnate alle Camere di Commercio, quelle che andranno a perdere, come nel caso dell’internazionalizzazione, e le ricadute che su ogni territorio può determinare l’una o l’altra scelta in termini di accorpamento”. Un invito alla riflessione, quello venuto da Landi, ma anche ad un’azione comune che riguarda tanto la Camera di Commercio e il suo futuro quanto le prospettive del territorio – ha detto – “in termini di sviluppo economico, occupazione, coesione sociale”. “La lunga crisi economica che abbiamo vissuto e nella quale siamo ancora in parte immersi – ha detto al proposito Landi – ci ha costretti tutti a lavorare in continua emergenza”. “Le imprese, le associazioni datoriali, i sindacati, le istituzioni, le banche: tutti abbiamo dovuto affrontare una quotidianità sovraccarica di problemi, di tensioni, di sofferenze, adeguando missioni e visioni ad una inedita pressione di urgenze”.
“Credo sia però giunta – ha osservato il presidente della Camera di Commercio – la stagione in cui si rilancia un comune disegno di sviluppo e di futuro per il nostro territorio, in cui è urgente e possibile rimettere in fila i temi e le azioni in ordine d’importanza e non solo d’urgenza”. La crisi, dunque, non è del tutto alle spalle, ma i dati portati da Landi evidenziano quantomeno proprio l’uscita dalle più acute emergenze, a partire da un miglioramento della situazione occupazionale (il tasso di disoccupazione si è portato al 5,4% nel 2015 rispetto al 6,6% del 2014 – e le prime stime a giugno 2016 parlano del 5% – , e i consuntivi 2016 dovrebbero segnare un ulteriore miglioramento, con un’occupazione in crescita dell’1,6%), alla sensibile crescita dell’export (+2,7% nel primo semestre 2016 dopo il +3,2% del 2015), all’incremento della produzione manifatturiera in atto da un biennio, all’aumento del valore aggiunto in agricoltura (+3,1%), anche se in buona misura ascrivibile alla flessione dei consumi intermedi.
Nella relazione di Landi, uno specifico riferimento è andato alla questione giovanile. “Abbiamo una situazione migliore di tutte le altre province dell’Emilia-Romagna – ha detto il presidente della Camera di Commercio – ma in questi casi i dati percentuali sono poco consolanti se si pensa che il tasso di occupazione nella fascia d’età tra i 24 e i 35 anni è poco oltre il 73%, e per chi manca all’appello vi sono situazioni di sofferenza, non solo economica, che certo richiedono sforzi straordinari a tutti i soggetti, pubblici e privati, che possono concorrere ad offrire tasselli di futuro più gratificanti e stabili”.
“Come Camera di Commercio – ha aggiunto Landi – abbiamo intensamente lavorato, in questi anni, per aprire queste prospettive: abbiamo investito a sostegno delle start up innovative, nella formazione di nuovi imprenditori, nelle relazioni concrete tra mondo dell’impresa e della scuola, ma ora siamo ad un bivio sugli enti camerali che in qualche modo amplifica l’urgenza di una più marcata unità d’intenti tra i diversi soggetti dello sviluppo e una più forte concentrazione sulle risorse utilizzabili e sui canali dai quali provengono”. Un nuovo appello all’unità e al lavoro comune, dunque, che ha dominato i principali passaggi della relazione di Landi.