Autodifesa del consiglio regionale, costi bassi e nuovi tagli in arrivo

Nonostante le dichiarazioni di principio, nonostante la profonda verità, ribadita dallo stesso Governatore Enrico Rossi a margine del consiglio regionale, che le assemblee elettive in democrazia possono costare (quella toscana di meno) ma sono necessarie, si avvertiva un certo imbarazzo oggi, in via Cavour 4.
Un’atmosfera assai poco stemperata dal pur magistrale discorso del presidente dell’assemblea Alberto Monaci, dagli interventi dei vari capigruppo, presidenti di commissione, consiglieri. Un’atmosfera da “mani nella marmellata”, una difesa a suon di cifre snocciolate sui risparmi, rettifiche, lista dei risultati del lavoro consigliare. E alla fine si parla anche di “attacco alla democrazia”.
I numeri dell’autodifesa parlano a favore del consiglio toscano: intanto, già nel primo anno di legislatura i costi sono stati ridotti del 27%, al netto di quella naturale conseguenza dovuta al primo taglio del numero dei Consiglieri (da 65 a 55); per l’anno in corso è previsto un ulteriore decremento del 6%, nonostante incrementi nelle spese per interventi indifferibili ed urgenti sul patrimonio.
Seguendo i dati del presidente dell’assemblea Monaci,  complessivamente le spese di funzionamento per l'attività istituzionale, in questa legislatura, sono state ridotte di cinque milioni di euro, attestandosi nel 2011 a 25,2 milioni rispetto ai 29,9 milioni del 2010. Con la legge finanziaria regionale 2012, modificando la legge elettorale, nuovo taglio al numero dei consiglieri, che è stato portato a 40 dagli attuali 55; da 10 a 8 gli assessori. Modifiche che partiranno dalla prossima legislatura. Aboliti i vitalizi, è stato introdotto il sistema contributivo e individuato in modo certo il livello delle indennità su cui sono state applicate tutte le riduzioni intervenute per legge. Risparmio previsto: oltre 5 milioni di euro.
Per quanto riguarda il lavoro legislativo, nel 2011 il consiglio comunale ha approvato 53 leggi, il 30% di iniziativa consiliare.
Contando poi che gli stipendi dei consiglieri sono fra i più bassi rispetto a quelli dei colleghi delle altre regioni, non si può che convenire che, tutto sommato, il costo della politica rappresentativa in Toscana non è così esagerato.

Eppure qualcosa si può fare ancora. E se l’aula tutta, in modo trasversale, trova una ferrea unità nello stringersi a difesa delle azioni già messe in campo sul versante politico, qualcosa che non torna ancora riguarda la macchina organizzativa.
Ne è convinto sostenitore il consigliere regionale Marco Carraresi, Udc, che da tempo si batte per una razionalizzazione e delle limature anche pesanti al funzionamento dell’organico amministrativo.
E, al di là del numero, il problema più vero sembra essere quello della tipologia del personale.
“Da questo punto di vista, la manovra di Rossi non ha portato alcun effetto – spiega Carraresi – in quanto il vero nocciolo sta non tanto nel numero dei dirigenti, ma nelle modalità di assunzione”.
Modalità che fanno emergere un quadro inquietante: sempre secondo i dati Udc, un quarto circa delle assunzioni dirigenzaili avviene attraverso il mezzo ordinario del concorso pubblico, mentre il resto sono nomine dirigenziali per così dire “esterne”, ovverossia assegnate con varie modalità che non prevedono il concorso pubblico. E che si tratti di posti superpagati lo dice il fatto che molti consiglieri sarebbero felici se il loro stipendio venisse agganciato a quello dei dirigenti.

“Se poi si va ad esaminare da vicino il funzionamento dell’ingranaggio – continua Carraresi – si trovano figure di dirigenti responsabili di settori di cui sono l’unico membro del personale, vale a dire responsabili di se stessi, oppure vari dirigenti senza incarico. Perché non si arriva a eliminare costi in questi settori?”.
Altro discorso le consulenze esterne, su cui l’attuale giunta ha operato un ridimensionamento.
“E’ ovvio che il caso specifico delle consulenze esterne, se può essere sottoposto a controllo per quanto riguarda la giunta, non può essere valutabile quando si parla di enti tipo le aziende sanitarie, in cui diventa impossibile, data l’enorme mole, controllare tutte le delibere”. Un campo in cui consulenze e incarichi, magari legati a considerazioni politiche più che di merito, par di capire che possono trovare spazi più adeguati e meno controllabili. Altro discorso ancora le cosidette “prestazioni esterne”. “Un esempio? – continua l’esponente Udc – avere l’Avvocatura regionale e avvalersi, pagandoli ovviamente fior di quattrini, di avvocati esterni. Delle due l’una: o dismettere l’avvocatura regionale, o smettere di rivolgersi agli avvocati esterni”. Inutile spendere di qua e di là, aggiungiamo noi, in rappresentanza delle tasche di tutti i cittadini.

Tirando le fila del discorso, Carraresi conclude “Serve, per diminuire davvero i costi in concreto, al di là delle proclamazioni di principio, riorganizzare a fondo la macchina, anche considerando il fatto che le nuove tecnologie esigono carichi di lavoro diversi posizionati diversamente. Concludo con un esempio: in passato esisteva un dirigente per ogni commissione consiliare. Ora si è passati a due per tutte le commissioni. Risultato? Perfetto. Non ce ne siamo neanche accorti”.
 

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