La ricerca attuale sulle cause dell’autismo è ancora molto indietro se pensiamo alle attuali proposte terapeutiche, ma recenti studi sembrano confermare un legame tra genetica e autismo.
In un recente articolo pubblicato su Le Scienze (Gennaio 2013) il noto neuroscienziato dell’università di Cambridge Simon Baron-Cohen espone alcune innovative quanto controverse ipotesi che dimostrerebbero una qualche connessione, per lo meno statistica, tra alcuni geni, quelli, secondo l’autore, ‘responsabili di un’attitudine tecnica’ e la sindrome autistica.
Di cosa si tratta? La tesi del neuroscienziato si baserebbe su un’evidenza statistica emersa da alcuni studi: stando alle ricerche condotte dal gruppo di Baron-Cohen, sembra molto più probabile osservare un’incidenza maggiore di bambini autistici tra figli o nipoti di tecnici o ingegneri. Alla base di tali fenomeni ci sarebbero dei meccanismi evolutivi tra cui ‘l’accoppiamento assortativo’, ovvero la tendenza inconscia a cercare chi ci somiglia. È possibile che quando due persone con mentalità tecnico-scientifica si uniscono, possano trasmettere anche gruppi di geni associabili a tratti autistici? Si tratta di un’ipotesi precisa lo scienziato, dato che nessuno ad oggi è in grado di individuare un gruppo di geni o singoli geni che gettino luce sullo sviluppo della sindrome.
La congettura si baserebbe sulla possibilità che i geni responsabili dell’autismo siano ereditabili insieme ad altri responsabili dello sviluppo di certe attitudini o capacità cognitive comuni sia a soggetti autistici che a scienziati o a persone che dimostrano una qualche attitudine scientifica. Quali sarebbero queste capacità? Tendenza analitica, propensione alla sistematizzazione, attenzione ai particolari, notevole abilità di memorizzazione.
È interessante che il gruppo di ricerca di Baron-Cohen sia attualmente impegnato in ricerche in zone ad alta densità tecnologica come il complesso industriale di Eindhoven in Olanda dove sembra che il tasso di bambini autistici risulti tre volte superiore ad altre città di simili dimensioni come Haarlem e Utrecht.
Future ricerche ci diranno se tali ipotesi di lavoro siano sulla strada giusta oppure se rappresentino soltanto lo straordinario risultato di quella stessa tendenza ‘sistematizzante’ di un brillante ricercatore.
Per i dovuti approfondimenti oltre a rimandare all’articolo originale, segnaliamo il sito www.cambridgepsychology.com/graduateparent
Alberto Binazzi
immagine: www.lescienze.it