Firenze – Più 6% l’anno fino al 2025 per la Tari e in Consiglio Comunale, nel giorno della visita del ministro della Salute Roberto Speranza agli ospedali di Prato e Firenze e poi per un rapido saluto nel Salone de’ Dugento, scoppia durissima la protesta fuori Palazzo Vecchio di Lega e Fratelli d’Italia – i primi indossando magliette con la scritta “meno tasse più impianti”, i secondi con una striscione su cui è riportato “No all’aumento della Tari – Abbiamo già pagato per i vostri errori” – a cui si aggiunge anche quella di Sinistra Progetto Comune.
“Non bastavano gli scandali – afferma il Capogruppo del Carroccio Federico Bussolin -, oggi Firenze senza un piano serio di smaltimento dei rifiuti e senza impianti innovativi si ritrova a pagare una stangata per famiglie e aziende che, in questo periodo, sentono la crisi. Al PD-T, partito delle tasse, e alla loro proposta di rincaro della tariffa, proponiamo con due mozioni la richiesta di un piano regionale dei rifiuti serio che tolga dallo stagno l’Ato Toscana Centro attraverso l’individuazione di un nuovo impianto di smaltimento e, per la città di Firenze, la rimozione della raccolta porta a porta svolta da Alia, troppo costosa considerando che per raggiungere i risultati richiesti di raccolta differenziata basterebbero i soli cassonetti intelligenti. A Firenze non servono le tasse aggiuntive del PD o l’ennesimo scandalo che vede coinvolto un loro consigliere regionale ma servizi efficienti ed economici”.
L’assenza totale di una strategia regionale per i rifiuti è sottolineata anche da Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (SPC): “In un’assenza totale di strategie regionali – dicono insieme – ecco arrivare gli ennesimi aumenti, in parte mitigati, dopo quelli annunciati nel 2019 per misteriosi sfalci e annunciate pulizie strade che poi sono sparite dai dibattiti del 2021. Erano parole del Sindaco e del PD: avremo più servizi e vi chiediamo di pagare di più. Non ci avevano convinto. Oggi ci dicono: gli stessi servizi di sempre costano di più. Nel frattempo è venuto fuori che per “liberare” Q.tHermo da HERA si è data una cifra nell’ordine dei 3 milioni alla multiutility: quell’inceneritore è sempre stata un’idea sbagliata e ora paghiamo gli errori della maggioranza senza nessuna strategia alternativa presente sul territorio. In questo modo è chiaro che le destre attaccheranno i costi del porta a porta e del rispetto dell’ambiente: una follia, di cui il centrosinistra deve assumersi tutte le responsabilità e porre rimedio, essendo forza di governo locale e nazionale”.
Fratelli d’Italia infine ha abbandonato l’aula e ha organizzato un sit in di protesta piazza della Signoria a cui hanno partecipato il consigliere al Q2 Simone Sollazzo, Paolo Marcheschi (vice presidente dell’assemblea nazionale di FdI) e il dirigente Giovanni Gandolfo.
“L’aumento del costo sui rifiuti è stato deciso dall’Ato per frenare un deficit di bilancio di 51 milioni accumulati da ALIA, la cui amministrazione è al centro di grosse inchieste per via di un presunto smaltimento illecito, imponendo così ai cittadini di Firenze, Prato e Pistoia dei rincari spaventosi – dicono i consiglieri Alessandro Draghi e Jacopo Cellai – Abbiamo abbandonato l’aula per protesta contro questa follia che, già nel 2019, aveva visto un surplus aggiuntivo al quale non ha fatto seguito una crescita nella qualità dei servizi, delle infrastrutture e della gestione dei rifiuti. Troviamo ingiusto l’aumento. L’amministrazione utilizzi i fondi di riserva per sanare il debito, evitando alle famiglie l’ennesima ed ingiusta stangata economica. A fronte di ciò abbiamo la raccolta differenziata imposta a ogni costo in zone inadatte e gli sfalci promessi ma mai aumentati: un problema che ogni fiorentino vede con i propri occhi, quando deve pulire i propri animali domestici dai forasacchi”.