Firenze – La nuova legge nazionale relativa agli amministratori locali è il primo intervento dopo molti anni, anzi decenni, il Governo e il Parlamento hanno condiviso un intervento che tra le altre misure ridefinisce e aumenta le indennità degli amministratori locali.
Il provvedimento ha scatenato una polemica che ancora non accenna a sopirsi. Capofila, il sindaco di Livorno Luca Salvetti, che, con una nota dell’ente comunale labronico, ha comunicato che il sindaco stesso, tutti gli assessori e il presidente del Consiglio Comunale, hanno rinunciato all’aumento dell’indennità previsto per gli amministratori locali con la finanziaria approvata in Parlamento. La nota sottolinea che le indennità “non venivano adeguate da quasi 20 anni nonostante che il lavoro e le responsabilità dei sindaci fossero cresciute in maniera esponenziale”. Tuttavia, nonostante secondo il provvedimento nazionale gli enti con il bilancio in equilibrio possano aumentare “immediatamente lo stipendio ai livelli previsti nel 2024 utilizzando risorse del bilancio comunale, il Comune di Livorno aveva questa possibilità, ma il Sindaco e tutta la Giunta hanno deciso di rinunciare, lasciando nelle casse comunali nei prossimi due anni complessivamente oltre 350 mila euro”.
Da parte del primo cittadino e della giunta fiorentina, c’è pieno appoggio “alle ragioni del provvedimento nazionale”, e anzi si auspica “che l’opera nazionale di riforma possa procedere con i tasselli ancora mancanti, come ad esempio la questione relativa al terzo mandato dei sindaci o la qualificazione del ruolo dei consiglieri comunali e circoscrizionali”. Infine, per quanto attiene all’aumento integrale previsto dalla stessa norma per i Comuni in stato di equilibrio finanziario. “il Comune di Firenze non si associa a posizioni pregiudizialmente contrarie da taluni espresse. In un Paese in cui il grado delle responsabilità pubbliche è inversamente proporzionale a quello delle retribuzioni non possiamo associarci a chi vede nelle indennità degli amministratori locali il problema dei costi della politica. Pertanto, Sindaco e Giunta sono disponibili a valutare l’aumento previsto dalle norme nazionali”.
Se questa è la posizione di principio, sul piano dell’operatività gli amministratori fiorentini, come si legge in una nota, ritengono che “ciò debba in ogni caso avvenire in un quadro di condivisione con le altre Città Metropolitane. Per tale ragione, in attesa di una verifica su tale tema con le altre città, l’Amministrazione comunale di Firenze ritiene di non procedere a recepire l’aumento integrale previsto dalle suddette norme e pertanto nel bilancio di previsione che andrà in approvazione in consiglio comunale nelle prossime settimane non è previsto tale intervento”.
Continua la nota del Comune di Firenze: “Vi è menzione del recepimento della nuova norma nazionale nei documenti strategici dell’Ente, inserimento che non determina l’aumento ma consente di avviarne l’iter, per la cui conclusione sono necessari successivi interventi ed atti successivi. Tuttavia, nell’attesa di verificare un quadro condiviso il Sindaco e la Giunta preferiscono non procedere con l’avanzamento dell’iter e hanno per questo dato mandato agli uffici di dare conto nei documenti strategici che l’applicazione integrale della norma non avrà corso in assenza di condivisione con le altre Città Metropolitane”.