Non solo autobus. Anche i treni regionali dell’Emilia Romagna aumentano le tariffe, suscitando le proteste di politica, sindacati, ambientalisti e organizzazioni di consumatori. Gli incrementi saranno in media del 3 – 4% rispetto alle tariffe del 2011 e sono sostanzialmente allineati al valore dell’inflazione nell’ultimo biennio. Così dichiara la Regione.
Per fare qualche esempio, dall’1 agosto un biglietto di corsa semplice di seconda classe da Bologna a Ravenna (84 chilometri) passerà da 6,80 a 6,90 euro; un abbonamento mensile Ferrara – Bologna aumenterà da 56 a 58 euro e uno annuale da Cesena a Bologna da 650 a 679.
A fine luglio il consiglio comunale di Bologna era già stato investito dalle proteste per l’approvazione dell’aumento dei biglietti Tper, che passeranno da 1,20 a 1,30 euro. Stangata anche sui city pass (10 corse), che vengono aggiornati da 11 a 12 euro e sul titolo giornaliero, che passa da 4 a 5. La durata del biglietto passa invece da 60 a 75 minuti.
“Si poteva evitare” in tempi di crisi, o almeno si poteva migliorare “il servizio da terzo mondo”. Così il capogruppo Pdl in Regione, Gianguido Bazzoni, punta il dito contro l’aumento dei biglietti dei treni regionali, dal primo agosto, abbonamenti compresi. “Ci si aspettava che la Regione Emilia-Romagna, visto il cospicuo avanzo di amministrazione da quasi 2,5 miliardi – scrive Bazzoni – cercasse di venire incontro ai pendolari soprassedendo ad un aumento quanto mai inopportuno. Ci siamo sbagliati e ci dobbiamo tenere l’aumento delle tariffe, ma anche i treni sporchi, sempre in ritardo, superaffollati, soppressi all’ultimo momento. Questo è ancor più vero per i collegamenti Romagna – Bologna, dove i treni mancano sempre di 2 o 3 carrozze rispetto al fabbisogno, costringendo centinaia di persone a stiparsi nei corridoi e con l’aria condizionata che funziona una volta su tre”.
“Dove sono i miglioramenti del servizio per gli utenti?”, si chiede anche il consigliere regionale piacentino Andrea Pollastri (Pdl), presentando un’interpellanza per dire “no al nuovo rincaro ferroviario, il quarto in tre anni, dopo quelli dell’agosto 2010, del luglio 2011 e del febbraio 2012”.
Anche il Codacons dell’Emilia-Romagna contesta gli aumenti: “Significa che non si è riusciti a fare scelte efficienti rispetto agli investimenti sui servizi di trasporto”.
Yuri Rambelli, presidente del circolo Cederna di Legambiente, stigmatizza un aumento mentre “si riduce il servizio”. Colpa dei tagli statali, riconosce, ma “si preferisce indirizzare le risorse disponibili sempre verso strade, autostrade, passanti, bretelle, lasciando al trasporto ferroviario solo le briciole”.