Firenze – Tutelare la permanenza delle attività commerciali storiche in città, attraverso un divieto di trasformazione e impegnando il proprietario del fondo a mantenere i vincoli anche in caso di cessazione dell’attività. È l’obiettivo del nuovo regolamento che dice stop alle trasformazioni e mette un freno alla rendita, considerando le attività storiche come elementi del patrimonio culturale cittadino. Le nuove norme, che sono state presentate oggi in Palazzo Vecchio, hanno avuto il via libera della giunta nel corso dell’ultima seduta, su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico Cecilia Del Re.
Viene introdotto un divieto di trasformazione alle attività storiche in relazione ad alcuni elementi che l’Amministrazione è interessata a tutelare e che saranno individuati per ciascun esercizio da un’apposita commissione tecnica. Inoltre, in caso di cessazione, il proprietario del fondo dovrà comunque impegnarsi a trovare un’attività che rispetti i vincoli imposti su quell’attività. Sia la richiesta di trasformazione, che quella di cancellazione dalla lista delle attività storiche dovrà passare dal vaglio del Consiglio comunale.
“Uno strumento innovativo e coraggioso, in controtendenza rispetto al principio delle liberalizzazioni, ma che è un atto dovuto alla città – ha detto l’assessore Del Re – per salvaguardare la permanenza e promuovere l’eccellenza fiorentina mettendo un freno alla rendita. Un regolamento che abbiamo fatto poggiare su uno studio scientifico e su motivazioni solide, confortate dalla Sovrintendenza, dall’Università di Firenze e da un’intesa con la Regione Toscana. Siamo partiti dal Regolamento Unesco e dal Regolamento urbanistico – ha spiegato l’assessore – nei quali ci eravamo impegnati ad adottare uno strumento per tutelare la permanenza delle attività storiche in città e valorizzarne lo sviluppo”.
Sulla base dell’analisi condotta dalla commissione tecnica, le attività commerciali saranno suddivise in tre categorie: eccellenze storiche (categoria A), che saranno sottoposte a vincolo perché dotate di caratteristiche di pregio che l’amministrazione vuole tutelare; attività tradizionali (categoria B), che pur avendo più di 50 anni di anzianità, non saranno sottoposte ad alcun vincolo; ambulanti storici (categoria C). “Sulla base delle norme di tutela previste dall’articolo 52 del codice dei beni culturali e del rispetto dell’iniziativa economica privata – ha spiegato poi l’assessore – si prevede nel regolamento anche una procedura di trasformazione o svincolo da parte dell’esercente/proprietario che voglia modificare una parte dell’attività (vetrina, insegna), cambiare luogo o togliere il vincolo sul fondo. L’istanza di svincolo o trasformazione sarà valutata dal Consiglio comunale”.
I criteri oggetto di tutela sono stati individuati insieme alla Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, con il team del professor Stefano Bertocci che ha svolto un’approfondita analisi degli oltre 200 esercizi appartenenti alla lista già esistente presso la direzione delle Attività economiche. Gli ambiti oggetto di indagine sono stati tre: elementi artistici e architettonici legati quindi all’immobile, all’insegna e agli arredi fissi e mobili; tipo di attività, quindi di lavorazione e servizi venduti; contesto urbano nel quale l’attività si inserisce (attività di servizio alla residenza o nel quale ci sono attività similari, per cui la perdita di quella attività costituirebbe una perdita per la città). Altra novità riguarda l’adesione alla lista delle attività storiche, che non avverrà più solo su base volontaria ma anche su iniziativa dell’amministrazione.
Nel dettaglio, per essere considerate storiche le attività in sede fissa dovranno essere in possesso di una serie di requisiti: esercitare la stessa attività (in termini di tipologia di servizi o di genere merceologico) da almeno 50 anni in immobili siti nel Comune di Firenze, mantenendo inalterata (o comunque riconoscibile) l’originaria denominazione o insegna, a prescindere dall’eventuale passaggio di proprietà o affitto d’impresa; esercitare, fin dalla costituzione dell’impresa, la propria attività nella stessa sede, o in una sede analoga per posizione o significato storico, sociale o ambientale; svolgere attività di rilevante interesse per il mantenimento e il consolidamento delle tradizioni economiche, culturali, sociali e dell’immagine della città ai sensi delle convenzioni Unesco. Per l’inserimento poi nella categoria delle ‘eccellenze storiche’ le attività dovranno presentare una o più delle 10 caratteristiche di pregio individuate dallo studio scientifico dell’Università di Firenze.
“Oltre ai vincoli – ha concluso l’assessore Del Re – c’è l’attività legata alle agevolazioni Imu già previste e ad altre agevolazioni che potranno essere introdotte dai regolamenti comunali; mentre viene istituita la giornata dedicata alle attività storiche, che una volta l’anno saranno convocate nel salone dei Cinquecento per fare il punto e organizzare iniziative di valorizzazione. Ci siamo già attivati per inserirle in itinerari per la valorizzazione turistica”.
Il regolamento si applica a tutte le attività storiche presenti sul territorio del Comune di Firenze, non solo a quelle del centro storico.