700 mq quello di Bertone, 445 quello di De Paolis, 409 quello di Rodè, 424 quello di Sebastiani, 467 quello di Oullet, 524 quello di Levada, sono i numeri dei super attici in cui vivono da papi, più che da cardinali, alcuni tra i più alti porporati al mondo. Naturalmente gratis. Vere regge pagate coi soldi della gente che ne avrebbe bisogno e dalla gente che credeva di donare l’obolo per la carità verso gli ultimi.
Non si salva nessuno o quasi dal lunghissimo elenco di Affittopoli fornito nel libro del giornalista Gianluigi Nuzzi “Via crucis”, nemmeno il fine commentatore, scrittore e teologo Gianfranco Ravasi che sta in un “modesto” appartamento di 366 mq. O meglio, qualcuno tra i super porporati, attualmente o già plenipotenziari, si salva dal fuoco della Geenna del pubblico sputtanamento con annessi e connessi dubbi sull’evangelicità della loro sistemazione terrena. Perché vive in modo modesto e coerentemente ad una auspicata sobrietà.
Ed è il reggiano cardinal Camillo Ruini, già presidente Cei e a più riprese nella lista dei papabili, criticatissimo per la propensione a buttare in politica le cose dello spirito, ma dalla condotta personale, almeno fin qui, al di sopra di ogni sospetto. E dalla vita privata molto più in sintonia coi principi cristiani di quanto si osi affermare.
Per una volta ci pare opportuno sottolineare una presunta non-notizia nel florilegio degli attici di Dio.