Dopo la cattura di Salah Abdeslam la grande paura del governa belga era quella di una immediata ritorsione da parte dei complici ancora in libertà dell’ex terrorista più ricercato d’Europa. Colpiti aeroporto e metro. Poco prima delle 8.00 due esplosioni hanno devastato la sala del check di American Airlines all’aeroporto internazionale di Zaventem, lo scalo principale della capitale belga, distante circa 15 chilometri dal centro cittadino. Si sarebbe trattato di un attacco suicida.
Altre esplosioni si sono verificate in due stazioni del metrò a Maalbeek e Schumann, a due passi dalla sede Ue. La Commissione Europea ha chiesto a tutti i funzionari di non uscire di casa.
L’intera rete metropolitana è stata chiusa. È stata evacuata anche la stazione centrale ferroviaria di Bruxelles, in seguito all’innalzamento al livello 4 quello massimo, dell’allarme sicurezza. Il servizio di trasporto pubblico di bus, tram e metro in città è stato sospeso. La città è paralizzata da ingorghi.
Secondo fonti ospedaliere, il primo bilancio all’aeroporto è di almeno tredici morti e trenta feriti. Mentre in metro ci «sarebbero almeno 30 morti a terra». I media belgi riferiscono di diversi testimoni che avrebbero udito gridare in arabo «Allah Akbar» prima delle deflagrazioni ma anche queste sono testimonianze del primo momento. Quel che appare certo è che si tratta di due ordigni, e altri simili sarebbero stati ritrovati abbandonati in due zaini al desk delle partenze. Convocato il consiglio di sicurezza nazionale, il governo ha lanciato il «piano catastrofi». Nello scalo sono arrivate subito le forze speciali. Lo stato di emergenza alle 11 è stato esteso a tutto il Belgio.
La conseguenza immediata è stata il caos. I passeggeri sono fuggiti a piedi dallo scalo, mentre sui social e in televisione giungevano le prime testimonianze che parlavano di «molti feriti». Ogni collegamento con l’aeroporto è stato chiuso, treni, autobus, persino ai taxi è stato proibito l’avvicinamento a Zaventem. La confusione e l’incertezza si ripercuotono anche nel centro cittadino. La città è blindata, con l’esercito in strada e il traffico completamente paralizzato per permettere il passaggio delle ambulanze anche a chilometri di distanza dalla fermata della metro dove c’è stata l’esplosione.
L’allarme dopo gli attentati all’aeroporto e nel metrò di Bruxelles è scattato immediato anche in Italia. Il capo della polizia Alessandro Pansa ha subito disposto il rafforzamento delle misure di sicurezza negli aeroporti e nelle metropolitane. Il ministro dell’interno Angelino Alfano ha convocato al Viminale il comitato per l’ordine e la sicurezza per valutare «ulteriori misure di contrasto e prevenzione alla minaccia terroristica» e che dovrà prendere provvedimenti rispetto al livello di allerta in tutte le città.
L’ipotesi che l’attentato di Bruxelles possa essere la risposta all’arresto di Salah Abdeslam rende concreta la minaccia che anche altrove possano esserci nuovi attacchi. Per questo immediato è stata diramata un’allerta a tutte le questure e le prefetture per la protezione degli obiettivi sensibili e la messa a punto di ulteriori dispositivi di protezione di tutti i luoghi considerati a rischio soprattutto in vista delle festività pasquali. I timori riguardano naturalmente la strategia di attacco visto che – come era già accaduto a Parigi – ci sono stati esplosioni simultanee in luoghi diversi.
Rischio Italia. E questo aumenta la preoccupazione che non sia finita, che altri luoghi simbolo possano diventare bersaglio dei fondamentalisti dell’Isis. E dunque che anche l’Italia finisca nel mirino anche se non c’è alcun allarme specifico ma soltanto generiche minacce rilanciate dal Califfato in particolare nei giorni scorsi quando si era parlato insistentemente di una possibile partecipazione del nostro Paese all’intervento militare in Libia.