Attacchi alla stampa: giornalisti manifestano davanti al Mise

Roma – No al precariato, sì al pluralismo, sì all’articolo 21 della Costituzione. Con queste parole d’ordine i giornalisti hanno manifestato davanti alla sede del ministero dello Sviluppo economico a Roma, dove hanno dato vita a un presidio e a una assemblea aperta: una risposta unitaria alla convocazione del ministro Luigi Di Maio, che Federazione Nazionale della Stampa Italiana, con le delegazioni di tutte le associazioni regionali, e Ordine dei Giornalisti hanno ritenuto di non accettare dopo i violenti e volgari attacchi alla categoria da parte dello stesso ministro e di altri esponenti del suo partito, e dopo gli annunci di tagli al settore dell’editoria che, se attuati, metterebbero in ginocchio un intero settore, minacciando di fatto l’applicazione dell’art. 21 e mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro.

L’Associazione Stampa Toscana era presente con il presidente Sandro Bennucci, il tesoriere Stefano Fabbri, e il consigliere nazionale Leonardo Testai. “Abbiamo voluto manifestare – ha spiegato Bennucci – il nostro impegno a fianco di Fnsi e Ordine per la tutela di tutti i colleghi, a cominciare dai precari, che sono fuori dalle redazioni e fuori dal contratto, per i quali il prossimo contratto nazionale dovrà avere una logica inclusiva e non ‘al ribasso’, così come dobbiamo salvaguardare tutele e busta paga dei colleghi occupati”.

Il Segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso, che ha preso la parola con il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti,  Carlo Verna,  ha messo in guardia dall’ “effetto domino” che i tagli annunciati all’editoria colpiranno per prima le testate più piccole ma inevitabilmente coinvolgeranno anche i grandi gruppi editoriali: “Nessuno si salverà da solo”, ha detto. Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha chiuso la manifestazione dopo gli interventi di diversi colleghi precari che si sono avvicendati al microfono. Giulietti, in particolare, ha ricordato i recenti e frequenti interventi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a difesa della libertà di stampa.

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