“Sebbene tutti i partiti abbiano perso verso l’astensione, il M5S è il partito che maggiormente soffre di questa emorragia: verso il non-voto si dirige una percentuale fra il 63% (Bologna) e il 74% (Reggio Emilia) di chi aveva scelto i grillini alle Europee. Pd e FI perdono voti verso l’astensione in maniera più contenuta, ma comunque assai rilevante, e sostanzialmente nella stessa misura (media delle quattro città attorno al 43% del proprio elettorato)”. È quanto si legge nelle conclusioni di un’analisi effettuata dall’Istituto Carlo Cattaneo in alcune città capoluogo dell’Emilia-Romagna sui flussi elettorali (cioè gli scambi di voto fra i partiti) alle Regionali di domenica, confrontandoli con le Europee dello scorso maggio.
L’analisi, precisa l’istituto, è stata effettuata sulle città di Bologna, Parma, Reggio Emilia e Modena e si basa sugli elettori e non sui voti validi, al fine di poter includere nel computo anche gli interscambi con l’area del non-voto (astenuti, voti non validi, schede bianche).
L’ analisi mostra come, rispetto all’astensione, sia la Lega “la forza che riesce a limitare maggiormente i danni”. Fermo restando che il dato dell’astensione resta primario, l’Istituto Cattaneo spiega come il successo del Carroccio sia stato determinato da quattro fattori: la maggiore tenuta verso l’astensione; un voto proveniente da FI, con un flusso presente in tutte le città con una particolare accentuazione a Parma, dove addirittura gli elettori di FI che hanno votato Lega sono superiori a quelli che hanno confermato il voto a FI; un flusso di origine M5S, non rilevantissimo, ma significativo; e un flusso di voti dal Pd, presente in tutte le città analizzate.
Sempre in merito al Pd, si evidenzia, in tutte le città, un flusso di voti verso l’area della “sinistra radicale” (Sel + L’altra Emilia-Romagna) ed anche, in tre città su quattro, verso i 5 Stelle.