La Procura regionale della Corte dei Conti ha chiesto al presidente della Provincia di Parma Vincenzo Bernazzoli, ai membri della giunta e a diversi dirigenti dell’ente di risarcire un presunto danno erariale per l’assunzione, ritenuta illegittima, di Genoveffa Sandei nell’ufficio di gabinetto della presidenza. Motivo del contendere: la Sandei ha un diploma magistrale, ma non una laurea. E secondo la Procura l’incarico ricoperto richiederebbe invece il titolo di dottore.
In pratica si richiede il rimborso all’ente delle somme percepite dalla Sandei dal 2005 al 2010, 316mila euro, più ulteriori 231mila euro di danno per l’ultima proroga dall’agosto 2010 al 2014.
“Appena ricevuta la comunicazione della Corte dei Conti – ha replicato Bernazzoli con una nota – ci siamo attivati per fornire alla stessa tutte le informazioni e i documenti necessari attestanti il comportamento dell’Ente. Abbiamo sempre ritenuto di comportarci correttamente nel rispetto delle norme e della legge secondo quanto ci veniva confermato dagli uffici competenti”.
La contestazione è arrivata in seguito all’inchiesta avviata dopo l’interrogazione del consigliere provinciale del Pdl Simone Orlandini, presentata a fine 2010, che chiedeva di far luce sulle modalità di assunzione del capo di gabinetto. La Sandei fa assunta nel luglio 2005 con un inquadramento D3 e allo stesso stipendio del suo predecessore. E’ stato poi prorogato una prima volta nel luglio 2009, dopo la rielezione di Bernazzoli.
A luglio 2010, un’altra proroga fino alla fine del mandato presidenziale. In questo caso il contratto subisce un declassamento, da D3 a C1, ma il trattamento economico rimane immutato, con lo stesso costo economico per l’ente. Tutte anomalie finite nel mirino di Orlandini e, conseguentemente, della Corte dei Conti.
Per la magistratura contabile 316mila euro degli emolumenti percepiti da Genny Sandei fino a luglio 2010 dovranno essere restituiti con gli interessi da Bernazzoli per il 40%, dalle giunte per il 30%, dai due responsabili del personale Bussolati e Borlenghi per il 20% e dai due vice segretari Attolini e Taverna per il 10%.
Per quanto riguarda l’ultima proroga, per cui la Corte contesta un “trattamento economico spropositato”, dovranno rispondere del danno di 231mila euro Bernazzoli (35%), la giunta provinciale (25%) i responsabili del personale e finanziario Berlenghi e Reverberi (20%), la dirigente dell’ufficio di presidenza Gherardi (15%) e il segretario Cerbino (5%).