Assenze per malattia, anche in Toscana ci si ammala di più nel privato

Firenze – E’ proprio vero che il luogo comune che vorrebbe che i lavoratori del pubblico siano più tendenti ad “ammalarsi” corrisponde a realtà? Sì e no.

No in generale, sui grandi numeri e per quanto riguarda la media dei giorni di malattia: anche per quanto concerne il 2013 a confronto con l’anno prima, dice la Cgia di Mestre, il numero dei giorni medi di malattia che riguardano i lavoratori dipendenti del settore privato sono superiori rispetto a quelli dei dipendenti del pubblico. Ed ecco i numeri: giorni medi di malattia dei lavoratori dipendenti del settore privato 18,3; giorni medi di malattia dei lavoratori dipendenti del settore pubblico, 17,1.

Sfatata una leggenda metropolitana? In parte. Infatti, le cose cambiano se si considerano le cosiddette “assenze brevi”; vale a dire, le malattie che durano un giorno, o al massimo tre. I dati li porge all’attenzione generale l’Ufficio studi della Cgia: nel 2013, un’assenza per malattia su 4, vale a dire il 25,9% registrata dai dipendenti pubblici ha la durata di una giornata. Dato in crescita: + 5,9 per cento rispetto al 2012. La quota scende di oltre la metà (11,9 per cento) nel settore privato, che rispetto all’anno precedente è diminuita dell’1 per cento.

Per quanto riguarda le assenze per malattia di durata compresa tra i 2 e i 3 giorni, invece, l’incidenza sul totale degli eventi sale al 36,1 per cento nel pubblico e al 31,2 per cento nel privato.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, a livello regionale il primato di giorni di assenza per malattia totali va alla Calabria, con 35,1 giorni di assenza media nel 2013; di questi, 42,9 sono attribuibili al settore privato, 20, 7 a quello pubblico. La variazione percentuale rispetto al 2012 attribuisce rispettivamente, +0,1% e -0,4%. In Sicilia ,il numero medio di giorni di malattia totali del 2013 è pari a 20,5, che è la media fra i giorni di malattia del privato, 23, e quelli del pubblico, 17,7, per una variazione percentuale sul 2012 del +3,5% a livello totale; +2,8% per il settore privato e +4, 5% per il pubblico.

E la Toscana? Più o meno rispetta la tendenza. Infatti, se a livello di media complessiva il numero dei giorni di assenza per malattia è di 16,7 nel 2013, 16,9 è il risultato del settore privato, mentre il pubblico si ferma a 16, 3. La crescita percentuale rispetto al 2012 è sul numero totale +2,5%, per quanto riguarda il settore privato -0,3%, mentre c’è un vero e proprio boom per quanto riguarda il pubblico: + 10, 3%.

Ma la prospettiva cambia ancora se si analizza la percentuale delle assenze per malattia secondo la durata. Cerchiamo l’incidenza sulla percentuale delle assenze totali (per malattia) di quelle che durano un giorno. Cominciamo col settore pubblico e per provincia: in testa, Palermo, in cui le malattie “di un giorno” pesano per il 42% sulle assenze totali (settore pubblico). Firenze è al 70esimo posto, col 19,2%, preceduta, per quanto riguarda le province toscane, da Grosseto, al 35esimo posto con il 22,9% di assenze per malattia che durano un giorno fra i dipendenti pubblici, al 37esimo Lucca, con 22, 7%, al 39esimo Livorno, 22, 3%, e seguita da Pisa, 75esimo posto con 18.9%, Massa Carrara all’80esimo con 18,5%, Pistoia all’84esimo con 17, 9%, Arezzo 88esimo con 17,2%, Prato 94esimo con 16,6%, Siena 96esimo con 16,5%. Insomma, le toscane non se la cavano male. La provincia più virtuosa? Bolzano, i cui dipendenti che si assentano prendendo malattia per un giorno sono “solo” il 10, 5% sulle malattie totali.

In realtà, l’analisi che riguarda “un giorno” è significativa, stando a quanto dice la Cgia, in quanto è quel tipo di assenza che potrebbe nascondere più facilmente fenomeni di assenteismo. Ed è qui che è più evidente lo iato col privato. Facciamo un esempio che ci riguarda da vicino: in Toscana, l’assenza per malattia della durata di un giorno nel settore privato, in percentuale sul totale e nel 2013, è stata dell’8,9%. Nel settore pubblico, del 19,5%. Anche se le cose, come la stessa Cgia rileva, si riassestano quando si guarda ai numeri complessivi, da cui risulta, come anticipato, che comunque il settore privato mostra più giorni medi di malattia rispetto al pubblico. Con buona pace dei luoghi comuni circa “i fannulloni” dei dipendenti pubblici.

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