Firenze – Il problema sono le garanzie: non le possibilità di cui tanto si parla e che sulla carta appaiono già approntate, non le rassicurazioni dei politici ed esponenti degli altri enti locali: proprio le garanzie, vale a dire la certezza al suo tasso più alto che i dipendenti delle Province dismesse non andranno a casa, non saranno costretti a cercarsi un altro lavoro, mentre i servizi delle comunità locali languiscono sotto l’incerto di destino di chi non sa più cosa e dove andare.
E’ questo, il risultato cui sono giunti i partecipanti all’assembla nazionale di mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil, ovvero le centinaia di quadri e dirigenti sindacali che da tutta Italia oggi si sono riversati a Firenze. E che affidano la loro posizione a un comunicato sindacale Cgil Cisl Uil: “Senza garanzie mobilitazione ad oltranza”.
“Questa assemblea – spiegano le tre organizzazioni sindacali – rappresenta il trampolino di lancio
della nostra protesta. Non ci fermeremo fin quando il Governo non garantirà risposte certe per i
lavoratori e per i servizi alle comunità locali”.
Troppe incertezze, dicono gli esponenti sindacali. Incertezza che si riassumono ed esemplificano nella “indeterminatezza sui tempi e sulle modalità attraverso le quali il Governo e le Regioni intendono portare a conclusione il percorso di riassetto territoriale, incertezza sulla complessiva tenuta del sistema (dopo i preoccupanti tagli apportati ai finanziamenti degli enti locali con la legge di stabilità 2015) e sulle effettive garanzie a salvaguardia dei livelli occupazionali e salariali”.
L’ordine del giorno, votato all’unanimità, ha indicato la strada da percorrere: “Stato di agitazione di tutti i dipendenti provinciali e mobilitazione capillare a livello territoriale in ogni provincia con manifestazioni assemblee e presidi. E poi una manifestazione nazionale delle tre sigle sindacali entro il 31 marzo prossimo”.
“Da governo centrale e governi regionali pretendiamo un radicale cambio di rotta – sottolineano FpCgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl – per questo rivendichiamo l’apertura di un confronto serio che assicuri ai cittadini e ai lavoratori la piena sostenibilità del sistema e la salvaguardia occupazionale intervenendo, se necessario, anche normativamente per correggere i tagli finanziari a regioni, province e comuni”.