Siena – L’assemblea del Monti dei Paschi di Siena ha approvato oggi, nel corso di una seduta-fiume che ha sfiorato le 12 ore, il bilancio 2014 e l’aumento di capitale di 3 miliardi che, come ha detto l’amministratore delegato Fabrizio Viola, fa trovare la banca “con un vestito stirato e la carte in regola” in vista di un’aggregazione che ormai viene generalmente ritenuta come inevitabile. La terza banca del Paese ha intanto chiuso l’esercizio 2014 con perdite di 5,3 miliardi , in gran parte da ascrivere a crediti in sofferenza, che porta a 10 miliardi quelle accumulate nel triennio sotto la guida del presidente Alessandro Profumo e dell’ad Viola.
Gli azionisti di MPS hanno anche nominato il nuovo consiglio di amministrazione della banca rinnovando il mandato a Profumo e Viola e portando, su proposta della Fondazione MPS , il numero dei consiglieri da 12 a 14. Tra le “new entries” va menzionato l’imprenditore Alessandro Falciai la cui lista è arrivata seconda davanti a quella presentata da AXA, l’azionista francese che con il 3,17% del capitale è il secondo azionista della banca.
Profumo ha confermato che rimarrà alla presidenza dell’istituto senese solo per “accompagnare l’aumento di capitale” e aiutare a trovare il suo successore. “Alla mia età avrei piacere di fare qualcosa di più imprenditoriale, è il momento della scelta” ha detto nel corso della conferenza stampa a conclusione dei lavori dell’assemblea che solo oggi, dopo due giornate di fumata nera, aveva raggiunto il quorum necessario. “
Per il dopo Profumo ci sono già dei nomi “ ha dichiarato a margine dell’assemblea Marcello Clarich, il presidente della Fondazione MPS, senza tuttavia fornire alcuna indicazione sul possibile futuro presidente che, come ha votato oggi l’assemblea, potrà contare su 500.000 euro annui di emolumenti, mentre Profumo ha avuto non pochi apprezzamenti dai soci per aver rinunciato in questi anni a ogni compenso da presidente . Nel corso dei numerosi interventi, il management non è stato risparmiato da critiche, anche per non aver saputo far ritrovare alla banca la via della redditività e per non essere scesi in campo per ottenere un risarcimento da Banca d’Italia e Consob, colpevoli ai loro occhi di non aver impedito l’acquisto di Antoveneta, ritenuta qui a Siena la causa di tutti i mali di MPS.
Ora il nodo ancora da sciogliere è la chiusura della pagina del derivato Alexandria, l’operazione messa a punto assieme a Nomura per occultare 200 milioni di perdite ma che ha provocato una serie di rischi finanziari e giudiziari. La BCE ha chiesto a MPS di chiudere questa partita entro la fine di luglio, a meno che non vi siano “impedimenti giudiziari”. “Su Alexandria non faremo nulla di specifico finché gli elementi penali sono aperti” ha detto Profumo sottolineando che “ se c’è qualcuno che si deve preoccupare è Nomura”.
Per il momento comunque tutta l’attenzione va al lancio del l’aumento di capitale, in calendario a fine maggio. Solo dopo, ha detto Viola, ci occuperemo di un’eventuale aggregazione che “ è una possibilità, non un vincolo”. Le nozze, secondo la BCE, si hanno da fare ma, ha detto Profumo, i tempi non sono stati definiti. Secondo Viola e Profumo, “al momento la banca è single, senza neanche un fidanzato in vista”.
Le azioni di MPS hanno chiuso con un meno 2,19% a 0,604.