Assange non proprio come Socrate: patteggia ed è libero

Il cittadino onorario di Reggio Emilia, Assange, è tornato un uomo libero dopo aver patteggiato (cioè parzialmente ammesso la propria colpevolezza) 5 anni di carcere. Scopriamo le differenze tra lui e il grande filosofo greco Socrate nel portare avanti le proprie tesi fino alle estreme (solo per l’uomo dell’antichità però) conseguenze

Gli sbandieratori locali della presunta libertà di stampa a dispetto di ogni conseguenza, esultano: Assange ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Belmarsh per l’Australia, dopo oltre 1900 giorni di prigionia visto che gli è stata concessa la libertà su cauzione dall’Alta Corte di Londra. Siamo pur sempre nel Regno Unito dove, anche se osteggi il potere con mezzi addirittura considerati non leciti, non fai la fine di Navalny nelle carceri siberiane della Russia di Putin.

Costoro però perlopiù omettono che Assange ha ammesso seppur parzialmente la sua colpevolezza e che si presenterà comunque davanti ad un tribunale americano. 7per24, seguendo il caso visto che il Consiglio comunale gli ha conferito la cittadinanza onoraria, aveva auspicato che Assange dimostrasse la sua innocenza. Così non è stato. Assange è effettivamente colpevole, lo ha ammesso lui stesso.

Reggio Emilia è stata tra le poche città italiane a conferirgli la cittadinanza, ovvero il prezzo che il Pd a trazione Schlein ha pagato per l’alleanza coi 5stelle, rivelatasi poi decisiva nella vittoria di Massari al primo turno.

Gran parte del movimento pro-Assange è quindi comprensibilmente deluso perché il responsabile dei Wikileaks ha ammesso la propria colpevolezza anche se solo per uno dei numerosi (e gravi) capi d’accusa per cui era finito in gattabuia. Sarà anche un martire della libertà d’espressione ma di sicuro non è Socrate. Chiamato a scegliere se continuare a proclamarsi innocente, rischiando seriamente una condanna fino a 175 anni, e bere metaforicamente ma non troppo, la cicuta, Assange ha preferito patteggiare una condanna a 5 anni di reclusione, per altro già scontati. E bersi un’amara coca-cola. Molto amara però.

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