Firenze – I segnali della ripresa dell’artigianato sono numerosi, ma quelli che contano sono i fatti concreti. Alcuni anni fa l’offerta di 12 posti di lavoro nella pelletteria incontrò la risposta di 14 candidati, pochi mesi fa sono state 180 le domande per lo stesso numero di posti. E ancora. Nel 2003 le richieste di ammissione a un corso per scalpellini a Firenzuola furono solo tre e il corso non riuscì neanche a partire, mentre oggi l’Unione dei Comuni del Mugello segnala una richiesta crescente per questo tipo di programmi di formazione. Senza considerare il ritorno nella pelletteria delle grandi firme con Gucci che ha annunciato 900 assunzioni.
Le statistiche confermano una crescita delle imprese artigiane in provincia di Firenze – in totale 29.393 con 71.469 occupati secondo i dati diffusi qualche giorno fa da Confartigianato – registrando dunque una realtà in movimento che ha tuttavia bisogno di essere sostenuta e accompagnata dalle istituzioni e dalle associazioni di categoria. Dal momento che solo in una nuova visione integrata e concertata, in rete, nella quale ciascun soggetto produce il massimo impegno, quel comparto considerato fattore costitutivo dell’identità del territorio può tornare ad essere protagonista dello sviluppo.
Le prospettive dell’artigianato sono state al centro di uno dei dibattiti organizzati nell’ambito della Festa dell’Unità di Firenze con la partecipazione degli assessori allo sviluppo economica di Firenze, Cecilia Del Re e della Regione Toscana, Stefano Ciuoffo e di rappresentanti della categoria, Claudio Bianchi presidente Confesercenti, Alessandro Vittorio Sorani, presidente di Confartigianato Imprese, Franco Vichi direttore di CNA e Guya Berti, Direttrice della Scuola di Scienze Aziendali di Firenze.
Sono quattro le parole d’ordine sulle quali gli intervenuti hanno insistito: formazione, innovazione, digitalizzazione e comunicazione. Su di esse occorre costruire servizi e politiche di sostegno di quella tendenza all’autoimprenditorialità che vede molti giovani impegnati a costruire il loro futuro.
La Regione ha messo a disposizione fondi europei per progetti differenziati per l’attivazione di imprese ed è impegnata nel rendere più favorevole possibile quello che Ciuoffo ha definito “il campo da gioco”, cioè le condizioni per essere competitivi, con nuovi strumenti e nuove competenze. Ma attenzione: è giusto puntare sulla digitalizzazione e l’innovazione – ha detto – però bisogna essere equilibrati: “Si tratta di salvaguardare una tradizione e un patrimonio di saperi che si è costituito nei secoli, perché è su questa tradizione che si fonda la forza dell’artigianato toscano”.
Bisogna evitare il rischio di disperdere i saperi e puntare sulla continuità, dunque, tenendo come riferimento quelle realtà come la San Frediano delle botteghe. Nello stesso tempo, ha raccomandato Sorani, è importante considerare l’artigianato in modo integrato con gli altri settori trainanti dell’economia toscana, come il mondo agro-gastronomico.
Anche il Comune di Firenze, che ha affidato la gestione del Vecchio Conventino e di tutte le sue attività ad Artex, il Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana espressione delle due associazioni di categoria Confartigianato e Cna, sta pensando a misure efficaci per sostenere le start up artigiane come agevolazioni fiscali in un’area fiorentina nella quale molti giovani trovano difficoltà per gli affitti troppo alti.
Con la stessa Artex, e con la Scuola di Scienze aziendale -ha aggiunto Cecilia Del Re – sono in atto accordi e programmi per promuovere la formazione dei futuri titolari delle botteghe.