Firenze – Domenica prossima 18 ottobre, il coordinamento di varie realtà artigianali della Toscana si ritroverà a Firenze nel quartiere di Santa Croce. Obiettivo, organizzare un flash mob con installazioni e performance che racconteranno un lavoro unico al mondo, ma anche le continue restrizioni regionali e la necessità ormai ineludibile di una legge nazionale di sostegno e tutela. Saranno presenti urbanisti, antropologi e varie figure del mondo accademico e culturale.
Artigianato artistico manuale, domenica installazioni e performance in Santa Croce
Un’iniziativa il cui scopo è anche quello di rappresentare le difficoltà di questa fetta significativa dell’economia toscana, alle prese non solo con l’impatto della pandemia, con fiere e manifestazioni cancellate un pò dovunque, ma anche, dicono gli operatori, “con le limitazioni operate dal Comune di Firenze e dalla Regione Toscana, che hanno prodotto un modello negativo unico nel panorama nazionale. In altre regioni, i mercatini artistici e rurali sono stati i primi a ripartire, godendo a volte di incentivi e sostegno da parte di molte amministrazioni locali. Crediamo sia necessario ricordare che la nostra attività e la ricerca storiografica dei tanti artigiani manuali e creativi sono elemento cardine di questo paese, promossi e tutelati dalla nostra costituzione agli articoli 45 e 117. La scelta di escludere gran parte di queste figure dai regolamenti comunali e da una legge regionale sul commercio che incasella in un’unica figura di “Hobbista” le tante “partite IVA artista” e i cosiddetti operatori dell’ingegno creativo, contrasta fortemente con tali richiami costituzionali”.
Le vicende regionali si aggiungono ad una crisi del settore che ha portato alla chiusura di migliaia di piccole imprese artigiane e all’estinzione di tante attività manuali. “A questa crisi non si è scelto di rispondere offrendo strumenti di sostegno, ma cavalcando quell’idea scellerata che tagliare qualcosa ad alcuni (i più piccoli) avrebbe restituito qualcosa ad altri (le imprese artigiane) – attaccano gli artigiani – è significativo che molte realtà nazionali si siano unite a noi, offrendo una concreta solidarietà. Da Bologna a Milano, da Pisa a Palermo, da Faenza a Greve in Chianti, decine di piccoli artigiani e creativi hanno manifestato il loro sostegno ritraendosi con cartelli che rivendicano la volontà di esistere”.
Perché una legge nazionale, che è una delle richieste irrinunciabili per questi operatori “dell’ingegno”? “Perché è necessario differenziare legislativamente l’impresa artigiana dal carattere individuale dell’artigiano manuale, artistico e tradizionale – rispondono gli operatori – Occorre cioè ripristinare ciò che è stato cancellato dalle Leggi sull’artigianato, in particolare dalla legge-quadro 443, 1985. Il contorno legislativo deve muoversi attorno a questa definizione di artigiano: chi fa un’arte a mano, chi esercita un mestiere manuale in proprio, con utensili, attrezzi e macchinari a guida manuale adatti a singole lavorazioni, (con esclusione dei macchinari per l’automazione o la serie). La ragione di questa profonda crisi sta proprio in quelle leggi che hanno inserito gli artigiani nella categoria degli “imprenditori”, introducendo obblighi difficilmente sostenibili e in aperto contrasto con le definizioni stabilite dal Codice Civile. : “è imprenditore, chi esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione di beni e servizi”. Si è cioè prodotto quel salto di specie, negli obblighi contabili, fiscali e non solo. Oggi si definisce artigianato artistico manuale anche un’impresa con oltre 30 dipendenti e che fa lavorazioni interamente seriali. Per questo gli artigiani manuali artistici e tradizionali si estinguono. Occorre tornare ad una natura di “piccoli imprenditori”, ripristinando ciò che era storicamente riconosciuto: il libero accesso ai mercati con degli spazi specifici, in qualità di produttori diretti al pari dei coltivatori diretti (art 9, legge n 327 del 1934)”. Tra le varie proposte di legge fatte in tema e mai arrivate a buon fine, gli artigiani segnalano per una ripartenza dell’iter legislativo, quella giacente in Parlamento, la 4324 del 2017, che si occupa in particolare della tutela dell’artigianato artistico.