Al Lyceum di Firenze due conferenze, il 15 e 18 febbraio, su Hieronymus Bosch, di cui ricorrono i 500 anni dalla morte, e sull’Arte fiamminga e olandese dal Quattrocento al Seicento di Giulia Franceschini, storica dell’arte fiorentina che lavora in Olanda. Ingresso libero.
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Due conferenze sull’arte fiamminga e olandese dal Quattrocento al Seicento: una panoramica sull’epoca d’oro della tradizione pittorica di quei Paesi e una specifica sulla figura di Hieronymus Bosch, di cui ricorre quest’anno il 500° anniversario della morte e la sua città natale, ‘s-Hertogenbosch (Bois-le-Duc) nel sud dell’Olanda, organizza la più grande mostra a lui mai dedicata.
Sono i due appuntamenti organizzati lunedì 15 febbraio e giovedì 18 febbraio, alle 18, dalle sezioni Arte e Rapporti internazionali del Lyceum di Firenze, presiedute da Elisa Acanfora e Adelina Spallanzani, anche in vista del Meeting internazionale del 2016 dei Lyceum Club del mondo, in programma a maggio a Rotterdam. Le conferenze, a ingresso libero, saranno tenute da Giulia Franceschini, una storica dell’arte fiorentina che lavora da diversi anni nei Paesi Bassi ed è cofondatrice di una società che organizza eventi e visite storico-artistici in collaborazione con i maggiori musei olandesi.
Si inizia lunedì con l’incontro dedicato a Hieronymus Bosch (‘s-Hertogenbosch 1450-1516). «A 500 anni dalla sua scomparsa – afferma Giulia Franceschini – continua a fare sognare (o far incubi) con le sue rappresentazioni fantasiose, piene di animali, mostri e leggende in cui il sacro si mescola spudoratamente al profano. In un periodo in cui le certezze e incertezze dell’uomo medievale si confrontavano e scontravano con la scoperta di un orizzonte più vasto, di un mondo nuovo e lontano, in un periodo in cui cominciavano a formarsi “eresie” all’interno della Chiesa, Bosch mescolava Paradiso e Inferno sulle sue tele e le popolava con creature dalle forme più bizzarre e inquiete, come specchio delle paure, credenze e fede dell’uomo medievale. Un caos dal quale tutto può emergere, ma cosa esattamente, non si sa».
Giovedì sarà la volta della conferenza intitolata “Dal Quattrocento al Seicento. Arte fiamminga e arte olandese”. Come dice Giulia Franceschini: «Van Eyck? Fiammingo. Rembrandt? Olandese. Rubens? Fiammingo. Tutti appellativi diversi per artisti che hanno vissuto e lavorato tra il Quattrocento e il Seicento in un territorio poco più grande del Benelux attuale. Agli inizi del XV secolo, Jan van Eyck, pittore di corte del duca di Borgogna, avrebbe inventato la tecnica della pittura a olio creando così quadri con raffinatissime velature e dettagli. Comincia così il successo e con esso la diffusione in tutta Europa di opere dei cosiddetti primitivi fiamminghi. Nel Cinquecento, molti nordici vanno fino a Roma per studiare l’Antichità e i maestri italiani, rielaborando poi i nuovi aspetti con la produzione “locale”».
«A metà Cinquecento – continua Giulia Franceschini – il territorio si spezza in due: a Sud i Paesi Bassi cattolici sotto dominio spagnolo, in cui la Chiesa rimane uno dei più importanti committenti. Al nord, invece, si crea la Repubblica delle Province Unite, giovane e ricchissima repubblica mercantile in cui l’élite commissiona quadri per affermare la propria identità, creando così nuove tematiche e, nel secolo successivo, un mercato dell’arte di proporzioni quasi industriali. Nel Seicento, si parla di Olandesi per il Nord e ancora di Fiamminghi per il sud (anche se non più primitivi). Rubens, Jordaens, van Dyck, Rembrandt, Vermeer, Jan Steen, Pieter de Hooch, etc. Artisti che, parallelamente alla storia e alla politica dei paesi rispettivi, creano opere che influenzeranno le generazioni future».
Le attività del Lyceum Club Internazionale di Firenze hanno il sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e il patrocinio del Comune di Firenze.
Addetto stampa, Lorenzo Sandiford
333-3459187, lorenzo.sandiford@gmail.com
GIULIA FRANCESCHINI
Inizialmente specializzata in storia e collezionismo del disegno italiano con due Masters – uno dell’Ecole du Louvre e l’altro della Sorbona, Giulia Franceschini vive dal 2001 nei Paesi Bassi (Amsterdam), dove lavora per diversi musei e istituzioni culturali. Tiene conferenze, visite guidate, corsi, realizza progetti educativi e traduzioni riguardanti il “Secolo d’Oro” olandese, ma non solo. Parallelamente ha partecipato a diversi progetti di allestimento mostre ad Amsterdam e Haarlem e da qualche anno scrive articoli per due riviste francesi specializzate in arte (Les dossiers de l’art e L’Estampille/Objet d’art).