Arte del XX secolo: Casamonti prepara nuove meraviglie

Firenze – Per gli appassionati di arte contemporanea, Firenze, culla del Rinascimento e da sempre cultrice della genialità dei grandi maestri del passato, offre un suggestivo spazio nel cuore della città. Palazzo Bartolini Salimbeni, in piazza Santa Trinita, ospita una collezione di opere d’arte del XX secolo. Frutto di una raccolta in tanti anni di attività nel mondo dell’arte costituita grazie alla sensibilità e al fiuto di un solo uomo, Roberto Casamonti.

Occhi, cuore e testa hanno guidato fin da giovane le sue scelte in un ambiente artistico fervido di movimenti e grandi cambiamenti. Ha saputo scegliere e comprendere ciò che stava accadendo nell’arte, dettato da una forte passione e grande coraggio. Una vita totalmente vissuta accanto alla bellezza effimera e travolgente delle opere che ogni artista contemporaneo era in grado di creare. Ora la sua storia con la sua collezione rappresentano un patrimonio visibile, dedicato alla sua famiglia, offerto alla città e a chi ha vivo interesse in un arte contemporanea di livello internazionale.

Nello storico Palazzo Bartolini Salimbeni, in un ritrovato splendore dopo il restauro, la forza creativa del secolo scorso è la celebrazione di un nuovo rapporto, autentico e attuale con la città, non solo antico, rinascimentale.

Roberto Casamonti è un personaggio unico, gesti gentili e un portamento elegante, un modo di conversare fluido.

Nella sua vita alcuni momenti hanno avuto una parte fondamentale nella sua formazione…

È vero. Ero un ragazzino quando mio padre mi portò nello studio di Ottone Rosai che dipingeva un suo ritratto. Questo incontro è stato per me determinante, un grande insegnamento. Poi ho conosciuto Ardengo Soffici, Campigli e così gli altri artisti fiorentini di quel tempo.

Quando è avvenuta la sua prima scelta di un’opera d’arte?

Avevo circa diciotto anni. La mia famiglia aveva un’attività nel settore dell’arredamento. In quel periodo mi capitò l’occasione di comprare un piccolo lavoro a tempera di Gianni Dova. L’avevo comprato perché mi piaceva molto ma allo stesso tempo desideravo avere un dipinto a olio che ritenevo più di valore. Così decisi di andare a trovare l’artista nel suo studio in Via Moscova a Milano. Al mio arrivo stava dipingendo un nudo femminile così restai in attesa. Quando fu il mio momento, chiesi se potevo scambiare il quadro di mia proprietà con un dipinto a olio. Gianni Dova, forse per la mia sincerità e la semplicità della mia giovane età mi accontentò. Tornai a casa con uno splendido lavoro a olio. Gianni Dova era un uomo di un’umanità squisita e grande cultura. Ho mantenuto un buon rapporto nel tempo.

Già conosceva l’ambiente artistico fiorentino…

Gli artisti fiorentini sono stati la mia prima scoperta. Ero in stretto rapporto con gli astrattisti fiorentini del dopoguerra. Li ho seguiti nei loro diversi percorsi e piano piano ho allargato le mie conoscenze agli artisti italiani. Fra i tanti, ricordo Campigli, Carrà e Guttuso e poi mi sono appassionato istintivamente alle opere di Burri, Fontana, Rotella, Vedova, Dorazio e Boetti. Sono arrivati tanti altri, compreso Picasso. Non ho dormito per tre giorni tanta era la mia apprensione e il desiderio di acquistarlo. Alla fine ci sono riuscito! Ma non posso dimenticare Fontana che ho iniziato a collezionare quando pochi capivano il suo lavoro. Adesso ho 35 sue opere. Infatti adesso anche una importante review americana con la firma di Greg Morrison ha precisato che: “… La più grande collezione – delle opere di Fontana – è di proprietà della Famiglia Casamonti, il cui capostipite Roberto Casamonti fondò la Tornabuoni Arte nel 1981. La galleria, specializzata nell’arte italiana del XX secolo, ha sedi oltre che a Firenze, anche in altre citta come Milano, Parigi e Londra”.

Dal 1981, con l’inizio dell’attività di gallerista

Come gallerista si,  come collezionista ho iniziato negli anni sessanta.

Ha conosciuto artisti di livello internazionale ma ha sempre mantenuto rapporti importanti con l’ambiente fiorentino…

Ho percorso la mia strada nell’arte con importanti nomi e condiviso la loro amicizia. Mi piace ricordare adesso un grande che è stato un grande amico, Fernando Farulli. Un bravo pittore con cui ho condiviso momenti importanti della mia vita. Proprio Farulli è stato il mio testimone di nozze.

Un amico a cui sono stato profondamente legato per tutta la sua vita è stato Giuseppe Chiari. Un uomo generoso e un fratello per me. Ho tantissimi lavori suoi, per non dire gran parte del suo lavoro. Dopo che se n’è andato ho pubblicato un bellissimo libro su di lui, con tutti i quadri che possiedo. Un volume alto che rappresenta il suo percorso artistico. E ho premesso una dedica alla sua figura: “Questo libro nasce per volontà di Roberto Casamonti il quale per oltre dieci anni ha condiviso l’avventura dell’arte con Giuseppe Chiari, credendo in lui e nel suo lavoro. Costituisce quindi l’appassionata testimonianza di un’esperienza così ricordata, sincero omaggio del collezionista e dell’amico”. Poi è bella la frase che lui mi scrisse a lato di un suo lavoro che riporto in fondo al libro “ È stato bello. Grazie. Giuseppe Chiari”. Una sua opera sarà presente nella seconda parte della mia collezione a Palazzo Bartolini Salimbeni.

Quando avverrà l’inaugurazione della seconda parte della sua collezione?

Presto, ad aprile, maggio 2019. Ci saranno tutti i lavori di artisti dagli anni ‘60 in poi. Fino alla fine di marzo ci sono stati gli artisti dall’inizio del secolo agli anni ’60. Ci saranno Alighiero Boetti, Anish Kapur, Jean-Michel Basquiat, Tony Gragg, e tanti, tantissimi altri. Sarà una grande sorpresa per Firenze e per tutti gli appassionati di arte contemporanea.

Foto: Roberto Casamonti

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