L’aria dello scout ce l’ha davvero, con quel viso da bravo ragazzo. In effetti Giuseppe Civati detto Pippo lo scout lo sta facendo, ma nell’accezione originaria del termine, quella di esploratore. E’ il leader della sinistra che piace a sinistra, l’anima critica del Partito democratico. Ex rottamatore, ex amico di Renzi, oggi è il principale avversario del sindaco di Firenze per la leadership del Pd di domani. Non è un caso che Civati abbia scelto Reggio per la “controfesta” dell’area critica: si tratta di una tre giorni, come spiega lo stesso Civati sul suo blog, che si terrà all’ostello della Ghiara: “con Fabrizio Barca e Walter Tocci, venerdì 5 luglio. Con Renato Soru e la sua piattaforma democratica e digitale, sabato 6 luglio. Con i contributi politici di molti di voi, domenica 7 luglio”.
Non è un caso perché il giovane Pippo a Reggio si è sentito subito a casa, da quando lo scorso anno ha portato la politica a Canossa. Che poi la politica abbia fatto come Enrico IV è un altro discorso. Intanto Civati ha fatto strada, ha attratto intorno a sé sempre più consensi tra gli scontenti e ora lancia da Reggio una doppia sfida: fare da scout nell’ostile terra grillina e lanciare la sfida a Renzi. Una missione quasi impossibile la prima, almeno stando alle parole di Beppe Grillo che lo definisce non proprio elegantemente un “cane da riporto”. Il leader del Movimento 5 Stelle rincara la dose e accusa: “In principio fu lo scouting tra i parlamentari a 5 Stelle. Fallì. Poi Gargamella (Bersani, ndr) disse a Pippo Civati “Vai e torna con senatori e deputati pentastellati – si legge – Lui andò. Parlò, affabulò, contattò, cenò. Pippo era l’uccello da richiamo perfetto. Al suo verso di pdimenoellino buono si aggiunsero altre voci. I trombati e i civati cantarono insieme. La voce squillante della Sonia Alfano in scadenza da europarlamentare, l’Ingroia di ritorno dai monti dopo il trionfo elettorale, filosofi e intellettuali della caratura di Flores D’Arcais, portasfiga d’annata”. E infine l’affondo: “Pippo era l’uomo giusto, faccino da seminarista, occhi da cerbiatto, ciuffo da ragazzo progressista. Cene su cene, ammiccamenti, inviti, proposte a lume di candela. La vita extraparlamentare di Pippo era intensa. A capotavola parlava e parlava di vittorie della sinistra unita grazie a senatori del M5S che sposavano la “responsabilità” verso il Paese”.
Non è tardata la risposta di Civati, che dal suo blog risponde a Grillo: “Beppe Grillo torna a parlare di me sul blog. Parla ancora di cene a cui sarei stato con i suoi parlamentari, che non ci sono mai state. Per la verità, c’è stato un solo invito, la scorsa settimana, e non da parte di dissidenti del M5S, ma di esponenti del M5S che erano curiosi di conoscermi (adesso potete far partire le spie per capire chi erano), ma a cena non ci sono andato (ero già di ritorno a casa)”. E aggiunge: «E con tutta la pubblicità che mi sta facendo, forse è venuto il momento che Grillo accetti il mio invito a cena. In modo che lo possa ringraziare, e anche digliene quattro. Un privilegio che milioni di italiani mi invidierebbero», ha scritto. Nel post scriptum il deputato del commenta anche il sondaggio: «Grillo sa che non entrerò nel M5S (mi dovrebbero espellere dopo poche ore, oltretutto), ma sa benissimo che se fossi stato il segretario del Pd in questi anni, avrei risposto alle sue provocazioni (e ad alcune sue proposte), non avrei snobbato i suoi risultati, e la nostra storia sarebbe stata diversa. Meno spiritosa e più seria di com’è stata e di com’è”.
E’ andata diversamente la storia. E di gran lunga. Ma Civati è morbido ed elegante nella risposta. E si capisce che la storia vorrebbe cambiarla. A Reggio non faticherà a trovare un seguito. E non è detto che il suo “anticongresso” in terra reggiana (se così si può chiamare visto che il Pd non ha ancora fissato la data del congresso vero) non segni davvero una svolta.