La neve, ancora una volta, ha funzionato come ottimo carburante per alimentare polemiche tra amministratori, cittadini e aziende di servizi. Il discorso vale per tutta l’Emilia occidentale, dove i disagi dovuti alla forte perturbazione di ieri sono stati pesanti e persistenti.
A Bologna, nonostante le scuole fossero aperte, ieri la stragrande maggioranza dei bambini è rimasta senza pasto. Poco personale in servizio, dice Seribo che si scusa con gli utenti. Il sindaco non ci sta, chiede anche lui scusa alle famiglie, ma vuole vederci chiaro su quelle assenze. Parte quindi un botta e risposta tra Seribo e Comune, su chi ha deciso di sospendere il servizio. Nel mezzo i genitori dell’Osservatorio mense, increduli per l’accaduto. Ad accendere i riflettori sull’intera vicenda è infine la Procura: il procuratore aggiunto Valter Giovannini annuncia di aprire un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di interruzione di pubblico servizio e incaricando i Nas dei Carabinieri degli accertamenti che inizieranno oggi.
Un duro scambio di accuse incrociate, dove a rimetterci sono state le famiglie (ieri) e adesso rischiano di finire in mezzo i lavoratori (da oggi in poi) accusati nemmeno tanto velatamente di assenteismo. A difenderli la Camera del lavoro. “Mi sembra assolutamente improprio parlare di assenteismo – scandisce Alessio Festi della segreteria della Cgil – mi risulta che ci fossero una trentina di cuochi, sufficienti a garantire in due centri su tre la produzione dei pasti”. E come sempre più spesso accade in Italia, a stabilire fatti e responsabilità dovrà pensare la magistratura.
A Parma, invece, le polemiche si sono concentrate sulla comunicazione da parte del Comune della decisione di aprire o meno le scuole (oggi chiuse in ogni ordine e grado). Ieri infatti alle 6,30 il Comune in una nota scriveva: “Si sta valutando se chiuderle”. Poi appena dopo le 8, un tweet del sindaco Federico Pizzarotti annunciava che “per evitare ulteriori disagi alle famiglie e ai ragazzi il sindaco di Parma ha deciso di non chiudere i plessi scolastici. Resta pressante l’invito ai cittadini a non muoversi da casa se non per assoluta necessità”. Quindi istituti aperti, ma con il sindaco che consiglia di non andarci. Molti genitori però si sono lamentati di aver portato i bambini negli asili e nelle scuole e di essere stati rimandati indietro dalle maestre, che dicevano che non ci sarebbe stata lezione nonostante l’annuncio diverso del primo cittadino. Alle 12 nuovo comunicato: “Nella mattinata di oggi il Comune non ha disposto la chiusura dei plessi scolastici per non mettere in difficoltà le famiglie, dando loro la possibilità di decidere autonomamente come comportarsi, e per consentire l’accesso dei ragazzi nelle scuole di destinazione”. In sostanza le scuole sono state aperte con funzione di “rifugio”, per le famiglie che non avrebbero saputo dove collocare i figli, ma l’attività didattica è di fatto saltata.
Da qui polemiche a non finire, che hanno investito anche il funzionamento del piano neve dal momento che viabilità e agibilità di strade grandi e piccole hanno lasciato parecchio a desiderare fino al pomeriggio inoltrato, quando a dare una mano ci si è messa la pioggia. Ma le lamentele sui disagi dovuti alle nevicate sono stati un ritornello in tutti i capoluoghi emiliani, indipendentemente dai centimetri di neve caduta che sono andati dai 60 di Parma ai 30 di Bologna.
Nel modenese vanno registrati notevoli disagi per un prolungato black out della distribuzione di energia elettrica. Disagi anche nella Bassa parmense, dove in alcune frazioni interi quartieri sono rimasti senza luce, acqua e gas anche per 30 ore.