Calenzano – Sapere utilizzare un defibrillatore automatico esterno (DAE) di fronte a un caso di arresto cardiaco può fare la differenza fra la vita e la morte.
Un progetto per creare una cultura diffusa perché nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle famiglie dei pazienti con cardiopatie gravi, ci siano persone in grado di utilizzarlo tempestivamente, è stato presentato ieri davanti a una platea di 60 rappresentanti dell’industria della moda e accessori a Calenzano (nell’aula magna del Design Campus – Università degli Studi di Firenze) dall’Associazione AICARM ETS ONLUS (Associazione Italiana per l’Assistenza e la Ricerca delle Cardiomiopatie).
Il Progetto DAE (defibrillatore automatico esterno e corsi di rianimazione nei luoghi di lavoro) in una prima fase prevede la fornitura di un servizio di consulenza e formazione da rendere al personale degli ambienti di lavoro e a tutte le famiglie che abbiano un paziente con Cardiomiopatia.
A presentarlo sono stati il Prof. Franco Cecchi, Presidente AICARM , Valerio Pelini, Vicepresidente, e Paolo Palma, membro del Consiglio Direttivo e Paolo De Cillis, esperto formatore, con il sindaco di Calenzano Riccardo Prestini, e Marco Bartoletti, Presidente BB Holding, che ha organizzato l’incontro.
“Nonostante che in Italia muoiano in un anno circa 50.000 persone a causa di un arresto cardiaco – ha detto il professor Cecchi – e, nonostante sia comprovato che le manovre di Rianimazione Cardiopolmonare e l’uso di un DAE nei minuti successivi all’arresto cardiaco fanno la differenza tra la vita e la morte o una grave disabilità permanente, non esiste una cultura diffusa a livello nazionale su queste pratiche salvavita”. In molti paesi del nord Europa, negli USA, in Canada, al contrario, la formazione sulla Rianimazione Cardiopolmonare inizia già nel periodo scolastico e i Defibrillatori automatici esterni sono presenti ovunque, ed in particolare nelle scuole.
I casi recenti del mondo del calcio, la morte improvvisa del capitano della Fiorentina Davide Astori e l’intervento che ha salvato la vita al calciatore danese Christian Eriksen, hanno contribuito a portare all’attenzione di tutti la necessità che si agisca su due fronti, ha aggiunto Cecchi: proporre corsi di formazione alla rianimazione e l’acquisto di DAE alle aziende che ne faranno richiesta e, contemporaneamente sensibilizzare la popolazione ed i lavoratori sull’utilità di conoscere le manovre di rianimazione cardiopolmonare.
Il progetto colma dunque una carenza di “formazione” alle manovre rianimatorie e di dispositivi tecnologicamente avanzati (DAE) atti a ridurre le conseguenze dell’arresto cardiaco in particolare nei soggetti che presentano un rischio di arresto cardiaco maggiore perché affetti da una forma di Cardiomiopatia.
AICARM è una onlus costituita a Firenze nel 2019 da 22 medici e pazienti affetti da una forma di Cardiomiopatia e conta ad oggi 170 soci. E’ rivolta ai pazienti con Cardiomiopatia ed ai loro medici.
Foto: Valerio Pelini e Franco Cecchi