Il 22 gennaio, 75 anni dopo Hiroshima, è entrato in vigore il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), che mette fuorilegge gli ordigni più distruttivi e inumani della storia. Il Trattato proibisce agli Stati di sviluppare, testare, produrre, fabbricare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare armi nucleari, o anche permettere che armi nucleari siano posizionate sul proprio territorio. Il renderle illegali può avviare concretamente un percorso verso la loro completa eliminazione.
Il Trattato risponde anche all’obbligo espresso dall’articolo 6 del Trattato di non proliferazione nucleate (NPT) del 1968, sottoscritto anche dall’Italia: “perseguire in buona fede e concludere negoziati che conducano a un disarmo nucleare globale…”.
Le armi nucleari sono sempre state immorali: ora sono illegali, al pari delle armi chimiche (*) , biologiche e batteriologiche (°), e delle mine antiuomo (^) .
Un risultato che corona anni di sforzi della società civile; va attribuito a persone, enti, movimenti, associazioni, congregazioni e ordini religiosi che hanno assiduamente tessuto trame di pace, in particolare alla International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN – Premio Nobel per la Pace 2017) di cui in Italia fanno parte Senzatomica e Rete Italiana Pace e Disarmo.
Il Trattato entra in vigore per i 51 Stati che lo hanno già ratificato.. Ricordiamo che tutti i precedenti trattati di disarmo hanno portato a un cambiamento di comportamento anche nei Paesi che si sono rifiutati di aderire.
I negoziati per il trattato erano iniziati presso le Nazioni Unite a New York nel marzo 2017 e proseguiti dal 15 giugno al 7 luglio 2017. I paesi che avevano partecipato sono 129; 7 le organizzazioni internazionali tra le quali l’Unione europea e la Croce Rossa Internazionale; numerose le organizzazioni non governative (tra cui la International Campaign to Abolish Nuclear Weapons). Dei 195 Stati potenziali partecipanti (193 membri dell’ONU, più lo Stato Vaticano e la Palestina), 66 non avevano partecipato formalmente ai negoziati. Tra questi tutti gli stati con armi nucleari (Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord) e gli stati parte di alleanze militari che includono la deterrenza nucleare quali gli Stati della NATO (a eccezione dei Paesi Bassi), la Corea del Sud, il Giappone, l’Australia
Alla votazione sul testo finale del trattato, il 7 luglio 2017, avevano partecipato 124 paesi, con 122 voti a favore, un voto di astensione (Singapore) e un voto contrario (Paesi Bassi).
In Italia il dibattito politico a seguito dell’approvazione del trattato si era svolto al Senato e alla Camera, nel luglio 2017.
L’Italia non ha partecipato a nessuna fase dell’iter formativo del Trattato. Si tratta di un’assenza grave, visto anche che quasi un centinaio di bombe nucleari sono dislocate nelle due basi militari Usa di Ghedi ed Aviano. Ricordiamo inoltre l’impegno sancito nell’art. 11 della Costituzione: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».
L’Italia non ha ratificato il TPNW, sebbene l’87% degli italiani, trasversalmente alle appartenenze politiche, chieda che l’Italia sia il prossimo aderente. Sondaggi condotti in Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Islanda e Spagna dimostrano che il sostegno al TPNW è vicino o superiore all’80%. Inoltre il 65% è per la rimozione delle testate nucleari statunitensi (quasi un centinaio) dal nostro territorio.
Le deliberazioni dell’Assemblea generale non hanno potere vincolante, tuttavia hanno un forte significato.
In questi giorni si sono rivolti al Presidente Conte vari gruppi di persone e di enti, pregandolo di sensibilizzare il Governo di cui è a capo ad aderire al bando definitivo totale e alla distruzione totale di tutte le armi nucleari. Questi sono: Croce Rossa Italiana e Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, leader della Chiesa cattolica di tutto il mondo, Rete Disarmo e Senzatomica, International Association of Lawyers Against Nuclear Arms – Sez. Italiana. Già nel settembre 2019 un messaggio analogo era stato espresso dai i Segretari Generali di CGIL CISL UIL Maurizio Landini – Annamaria Furlan – Carmelo Barbagallo
Riportiamo solo uno di questi appelli:
“Noi, leader della Chiesa cattolica di tutto il mondo, accogliamo con favore l’entrata in vigore il 22 gennaio 2021 del Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari.
Siamo incoraggiati dal fatto che la maggioranza degli Stati membri delle Nazioni Unite sostenga attivamente il nuovo trattato attraverso l’adozione, le firme e le ratifiche. È giusto che la Santa Sede sia stata tra i primi Stati ad aderire all’accordo nel 2017. Inoltre, i sondaggi dell’opinione pubblica mondiale dimostrano la convinzione globale che le armi nucleari debbano essere abolite…
Noi sottoscritti sosteniamo la leadership che Papa Francesco sta esercitando a favore del disarmo nucleare. Durante la sua storica visita alle città bombardate di Hiroshima e Nagasaki nel novembre 2019 il Papa ha condannato sia l’uso che il possesso di armi nucleari da parte di qualsiasi Stato. La pace non può essere raggiunta attraverso «la minaccia dell’annientamento totale», ha detto. Papa Francesco ha sollecitato il sostegno per «i principali strumenti giuridici internazionali di disarmo nucleare e non proliferazione, compreso il Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari…
Non importa da dove veniamo, ci uniamo ad esortare i governi a firmare e ratificare il Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari. Ringraziamo coloro che lo hanno già fatto e li esortiamo a invitare anche altri paesi ad aderire al Trattato…
Crediamo che il dono della pace di Dio sia all’opera per scoraggiare la guerra e superare la violenza. Pertanto, in questo giorno storico, ci congratuliamo con i membri della Chiesa cattolica che per decenni sono stati in prima linea nei movimenti di base per opporsi alle armi nucleari e ai movimenti per la pace cattolici che fanno parte della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, vincitrice del Premio Nobel (Ican).”
Segue una lunga lista di firme di laici, religiosi e religiose di una ventina di Paesi.
Pochi giorni fa abbiamo ascoltato le parole di Joe Biden al suo insediamento come Presidente, apprezzabili, tanto più dopo le macerie lasciate dal suo predecessore; il neo-Presidente ha anche accennato alla sua fede cattolica; ha invocato la protezione di Dio, ha citato “sant’Agostino, un santo della mia chiesa”. Ci auguriamo che nello svolgere il suo compito si ricordi anche delle parole di Papa Francesco nella Enciclica “Fratelli tutti”:
“La pace e la stabilità internazionali non possono essere fondate su un falso senso di sicurezza, sulla minaccia di una distruzione reciproca o di totale annientamento, sul semplice mantenimento di un equilibrio di potere. […] L’obiettivo finale dell’eliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida sia un imperativo morale e umanitario. […]. E con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri, così che i loro abitanti non ricorrano a soluzioni violente o ingannevoli e non siano costretti ad abbandonare i loro Paesi per cercare una vita più dignitosa.”
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(*) La Convenzione sulla Proibizione delle Armi Chimiche di Parigi del 1993 è entrata in vigore il 29 aprile 1997 e ha sancito definitivamente il bando completo di tali armi. La convenzione è stata ripetutamente violata; nella guerra fra Iran ed Iraq circa 100.000 soldati iraniani furono vittima degli attacchi chimici iracheni; dopo la fine della guerra, nel 1988, il villaggio curdo di Halabja, in Iraq, fu esposto a numerosi agenti chimici che uccisero circa 5.000 dei 50.000 residenti.
(°)La Convenzione sulle armi biologiche ( BWC) vieta lo sviluppo, la produzione e la detenzione di armi batteriologiche (biologiche) e tossiniche (virus, batteri, microrganismi, spore, tossine) e impone la distruzione degli stock esistenti. E’ entrata in vigore nel marzo 1975
(^) Il trattato sulla messa al bando delle mine antipersona è entrato in vigore nel 1999. Dall’entrata in vigore del Trattato sono stati distrutte 55 milioni di scorte di mine; da un totale stimato 20 anni fa di 160 milioni di scorte di mine antiuomo nel mondo si sarebbe passati a meno di 50 milioni.