Bruxelles – La Commissione europea sta valutando le denunce presentate a fine giugno da Italia Nostra sulla mancata tutela dei siti della Rete natura 2000 (direttiva “Habitat” n. 92/43/CEE), che includono Zone di protezione speciale (Zps) presenti sulle Alpi Apuane. Italia nostra ha chiesto una procedura di infrazione verso la Regione Toscana e il Ministreo dell’Ambiente per mancata tutela delle aree protette.
Come noto esiste un Parco regionale gestito da uno specifico Ente, l’ente Parco regionale delle Alpi Apuane (istituito nel 1997), con aree di protezione (aree contigue) del parco nelle quali si volge ancora un’intensa attività di escavazione del marmo. Secondo Italia Nostra “la superficie protetta è in contrazione, mentre l’attività estrattiva è in aumento, con la presenza di una continua perdita di habitat, causata dall’asportazione di migliaia di metri cubi di materiale”.
Italia Nostra – secondo quanto riferisce la stessa associazione – ha presentato a Bruxelles una segnalazione di violazione delle leggi europee sollecitando la dg Ambiente ad aprire una procedura di infrazione contro la Regione Toscana per la mancata tutela dei siti Rete Natura 2000 nel Parco regionale delle Alpi Apuane, delle acque di superficie e carsiche, e del principio di precauzione. Principio che è stato introdotto dalla CE nelle politiche ambientali proprio in considerazione della complessità dei sistemi ambientali.
Italia Nostra ha denunciato anche il Ministero dell’Ambiente per mancata tutela delle Zone di protezione speciale (Zps).
Basandosi sui principi dell’ecologia, l’intervento di Italia Nostra potrebbe sottendere il conflitto stridente tra l’asportazione degli ambienti superficiali (suolo, vegetazione, ecc.) e profondi (strati geologici, sistema idrogeologico) adiacenti e prossimi all’area parco e ai siti Natura 2000, e la tutela di quest’ultime aree: essendo l’ambiente, come noto, un sistema dinamico e complesso di componenti o sottosistemi (acqua, aria, suolo, sottosuolo, vegetazione, fauna, ecc. ) che interagiscono tra loro, e continuo (continuum ambientale), ossia senza interruzioni di sorta, l’escavazione dell’ambiente nelle aree estrattive contigue non può non ripercuotersi sulle aree protette adiacenti. La questione dell’attività estrattiva nelle aree contingue di aree protette e parchi, non riguarda solo l’estrazione del marmo sulle Apuane. Ad esempio, nel passato, nell’area contigua della Riserva naturale Valle dell’Inferno e Bandella, legata ad emergenze ambientali del fiume Arno, in provincia di Arezzo, che include al suo interno l’omonimo sito Natura 2000 e Zps, migliaia e migliaia di metri cubi di sabbie e ghiaie, che costituivano caratteristiche colline plioceniche, sono stati asportati per oltre un ventennio per rifornire il mercato toscano degli inerti.