Area fiorentina, il 99% della popolazione è servita da depurazione dell’acqua

Firenze – Un risultato storico, che ha percorso addirittura generazioni di amministratori, che si esterna nelle cifre: in carico la gestione del Servizio Idrico Integrato, la popolazione dell’area fiorentina servita da depurazione ammontava a circa il 10%; oggi è oltre il 99%. Otto Comuni escono dalla procedura d’infrazione europea e confermano la tutela dell’ambiente e dell’acqua. 

Ma è importante guardare al percorso, costruito sulla lungimiranza e con il lavoro di tante donne e uomini  che fino dalla metà degli anni ’80 hanno creduto in un orizzonte “green” per questo territorio.  Investimenti, lavoro ed impegno che consente oggi agli 8 Comuni interessati di uscire dalla procedura  d’infrazione europea (2014/2059) e di puntare ad un futuro dove urbanizzazione e tutela ambientale  possano convivere. 

All’incontro con la stampa odierno, erano presenti, tra gli altri, Monia Monni, Assessore all’Ambiente della  Regione Toscana, Dario Nardella, Sindaco del Comune di Firenze e della Città Metropolitana,  Alessandro Mazzei, Direttore Generale dell’Autorità Idrica Toscana, Lorenzo Perra, Presidente di  Publiacqua, Paolo Saccani, Amministratore Delegato di Publiacqua. “Presentiamo il frutto di un lavoro di decenni – ha detto il sindaco Nardella – che ci ha portato fin qui  con un investimento di quasi 300 milioni di euro. Questi investimenti sono la dimostrazione di come  il mix di contributi pubblici, italiani ed europei, e le tariffe pagate dai cittadini, se ben usati, possono  portare dei benefici di lungo periodo. Gli investimenti fatti sono un lavoro straordinario che fa bene  all’ambiente e fanno di Publiacqua una delle migliori società a livello nazionale”.

Di un rislutato straordinario parla anche il presidente di Publiacqua, Lorenzo Perra: “Si chiude oggi un complesso di interventi che rendono il territorio dell’Area Fiorentina più verde e  più bello. Quando Publiacqua ha iniziato la sua attività solo il 10% della popolazione di quest’area  era servito da depurazione ed oggi siamo al 99,9%. È un risultato straordinario che prende le mosse  da chi a questo percorso credette quarant’anni fa e che oggi si concretizza anche grazie al lavoro degli  uomini e delle donne dell’azienda che in questi anni hanno lavorato duro per raggiungere questo  traguardo”.  

Andando nello specifico dei numeri, il sistema depurativo dell’Area Fiorentina serve 8 Comuni: Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi  Bisenzio, Firenze, Lastra a Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino, Signa. 

Sul territorio di questi comuni corrono 1.355 chilometri di fognatura (140 chilometri di grandi  collettori e 1.215 chilometri di raccolta) e sono installati 77 sollevamenti (utili a superare gli ostacoli  fisici sul terreno), 312 scolmatori. 

2 i grandi sotto attraversamenti sotto i corsi d’acqua principali. Uno sotto l’Arno che, attraverso tre  grandi condotte del diametro di 1,4, 1,2 e 0,7 metri per un totale in lunghezza di 400 metri, trasporta  i reflui dalla riva destra fino all’ingresso di San Colombano posto in riva sinistra. L’altro consente  alla grande condotta dell’Emissario in Riva Sinistra d’Arno di sotto-attraversare la Greve e collettare  quindi i reflui a San Colombano. 

L’insieme delle opere utili a depurare l’Area Fiorentina, attualizzando ad oggi i costi sostenuti nei  decenni, a partire dal 1985 ad oggi, ha necessitato di un investimento di quasi 300 milioni di euro. 

Impianto di San Colombano, cuore del sistema. Il cuore del sistema di depurazione dell’Area Fiorentina è l’impianto di San Colombano. Un impianto  la cui progettazione iniziò a metà anni ’80 ed il cui primo lotto fu attivato nel 2000 ricevendo gli  scarichi di Lastra a Signa e Scandicci. Progressivamente, mentre venivano realizzati gli altri due lotti,  uno completato nel 2004 ed il terzo nel 2006, vengono collegati all’impianto tutti gli altri territori in  riva destra e riva sinistra fino al 2014, quando viene attivato l’Emissario in Riva Sinistra d’Arno e  l’aprile 2022 quando si concludono gli ultimi otto interventi che completano il sistema fognario e  depurativo che consente di portare a San Colombano i reflui dell’area fiorentina. 

San Colombano è un impianto di trattamento di tipo biologico a fanghi attivi organizzato su tre linee  parallele di trattamento per una capacità di complessiva di 600.000 abitanti equivalenti.

Destra d’ArnoIl sotto-attraversamento dell’Arno a San Colombano è funzionale a far arrivare all’impianto di  depurazione i reflui provenienti dalla riva destra del fiume. Questo avviene attraverso due collettori  principali: quello fiorentino e la cosiddetta Opera 10.  

Il primo è lungo 9,2 chilometri e raccoglie i reflui provenienti dai collettori: Chiesi, Poggi, Macelli,  Goricina, Le Piagge, Opera 5 Osmannoro. A questo collettori afferiscono gli scarichi di un’area di  2.700 ettari per circa 100 mila abitanti equivalenti. 

Il secondo raccoglie i reflui dei Comuni di Calenzano, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Signa.  All’Opera 10 si collegano i seguenti collettori: Opera 7 (Campi Bisenzio e Signa), Opera 8 (Campi  Bisenzio e Calenzano), Opera 6 (Sesto Fiorentino e Calenzano), Collettore Cinta orientale di Castello  e Collettore Cinta occidentale di Calenzano. 

All’Opera 10 afferiscono i reflui provenienti da un’area di 1.300 ettari e 120 mila abitanti equivalenti. 

Sinistra d’Arno – In riva sinistra d’Arno sono invece tre i collettori principali. Il più grande è l’Emissario in riva  Sinistra d’Arno (ERSA) completato nel maggio 2014. Lungo 7.4 chilometri e costituito in  grandissima parte da condotte di 2 metri di diametro, ERSA ha richiesto un investimento di 71,5  milioni di euro e la bonifica di un’area grande come 15 campi di calcio. 

Con l’operatività dell’impianto di San Colombano è stato possibile risanare il sistema fognario di  Scandicci liberando dagli scarichi i fossi Stagno, Dogaione, Dogaia e Stagnolo. I reflui vengono  raccolti da una condotta di 3 metri di diametro che porta a San Colombano i reflui di un’area di 850  ettari e dove vivono circa 30 mila abitanti equivalenti. 

La riorganizzazione del sistema fognario di Lastra a Signa, invece, è passata attraverso la  realizzazione di alcune grandi condotte finalizzate a eliminare gli scarichi diretti in Arno e nel  Vingone. La cosiddetta Opera 3 è quindi costituita da una serie di collettori (per 5 chilometri di rete)  e 5 sollevamenti. Con l’ultimo intervento realizzato sul sistema fognario di Lastra a Signa, conclusosi  da poche settimane, sono stati realizzati 2,5 chilometri di condotte fognarie e 4 sollevamenti. Tutto  questo insieme di opere consente di convogliare i reflui di un’area di 192 ettari abitata da circa 10  mila abitanti equivalenti. 

Le prestazioni del sistema Il sistema depurativo/fognario dell’Area Fiorentina ha trattato nel 2021 circa 66 milioni di metri cubi  di acque reflue. Tutto questo garantendo la depurazione del 90% degli inquinanti in essi contenuti e  quindi la restituzione all’ambiente di acqua pulita. Per capire l’importanza di questa restituzione, che  di fatto chiude il ciclo idrico, basti pensare che in questi inizi di luglio l’Arno all’altezza degli Uffizi  ha una portata di circa 4.3 mc/s (metri cubi al secondo) con un’ossigenazione di circa 7 mg/l (milligrammi per litro). Se oggi tutto il carico inquinante depurato dal sistema di trattamento costruito  in questi anni finisse Arno avremmo “uno scarico diretto” nel fiume da circa 2 mc/s (tra sponda destra  e sinistra). Nel punto di immissione la richiesta di ossigeno sarebbe di circa 27 mg/l. Ciò  determinerebbe ossigeno a 0 per decine di chilometri e quindi un fiume Arno de facto morto per  l’impossibilità di vita al suo interno della fauna ittica. 

Publiacqua e le procedure d’infrazione – Dal 2019 al 2021 Publiacqua ha investito a questo fine 52 milioni di euro. Questi investimenti hanno  consentito l’eliminazione di 152 scarichi in ambiente e l’uscita dalla procedura d’infrazione di 11 agglomerati urbani.  

“L’uscita dalla procedura d’infrazione dell’Area Fiorentina è un’ottima notizia – ha detto il Direttore Generale Autorità Idrica Toscana Alessandro Mazzei –  dà il segno dello  sforzo che si è fatto in quest’area e si sta facendo in tutta la regione per superare appunto il rischio di  procedura d’infrazione per fognatura e depurazione. In tutta la Toscana abbiamo speso oltre 130  milioni di euro per realizzare fognature e depuratori che consentono ai 66 agglomerati urbani che  erano in procedura d’infrazione di uscire da questa procedura. Ne sono rimasti solo 23 di cui 18 vanno  a compimento quest’anno e gli altri nel prossimo anno. Un grande risultato”. 

A Mazzei fa eco l’ad di Publiacqua, Paolo Saccani: “Dal 2018 al 2021 Publiacqua ha investito 52 milioni di euro per opere finalizzate all’uscita dalle  procedure d’infrazione europee. Un impegno che ci ha portato a sanare 16 agglomerati urbani e che,  entro il 2022 grazie ad un investimento ulteriore di 18 milioni di euro, vedrà uscire dalle procedure  d’infrazione gli ultimi 9 agglomerati presenti sul nostro territorio. Questo a conferma della solidità e  dell’efficienza di un’azienda che è sempre vicina al suo territorio”. 

Al I° semestre 2022 risultano infatti sanati 16 agglomerati urbani, mentre nel 2022 sono stati investiti a questo fine  18 milioni di euro. Publiacqua ha ancora aperte 9 situazioni relative ad altrettanto agglomerati urbani. Nello specifico  parliamo per la procedura 2014/2059 di Pistoia, Impruneta, Rufina, Strada in Chianti (Greve in  Chianti). Per la procedura 2017/2181 gli agglomerati sono invece quelli di Castelfranco di Sopra,  Dicomano, Mercatale (San Casciano Val di Pesa), Reggello, San Casciano Val di Pesa. L’obiettivo è l’uscita da tutte queste procedure nel 2022. 

“Oggi è una giornata storica, con quest’opera noi andiamo a depurare le acque di 600.000 abitanti  equivalenti, e San Colombano diventa l’opera di economia circolare più importante per dimensioni,  per virtuosità dei processi e per gli effetti ecologici fondamentali che avrà in un’area densamente  abitata come quella fiorentina – cpnclude l’assessora regionale all’ambiente Monia Monni –  E’ una grande opera, e come per tutte le grandi opere ci sono voluti  molti anni e qualche battaglia per realizzarla; per questo è importante rendere onore e ringraziare i  sindaci che nel corso del tempo hanno difeso la realizzazione di questa opera, Ait che ha coordinato  i lavori ed il gestore, Publiacqua, che ha completato l’infrastruttura. E’ importante sottolineare che,  se oggi quegli scarichi non fossero convogliati presso il depuratore, l’Arno avrebbe decine di  chilometri del proprio tratto in completa anossia, sarebbe un fiume sostanzialmente morto, con effetti  devastanti sotto l’aspetto ambientale Pertanto possiamo affermare che è un’opera che ci permette di  dare una risposta anche al tema della depurazione dei fanghi che ci permetterà di stabilizzare la  situazione degli spurghisti, che ciclicamente rappresenta un problema per quest’area. Ora è  importante porci un nuovo obbiettivo. Ovvero che i nostri impianti di depurazione nel futuro possano  occuparsi non soltanto di alimentare i fiumi con acqua pulita, ma possano riutilizzare quelle acque,  dando anche una risposta alle future crisi idriche”. 

 

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