Firenze – Il progetto toscano “Arcipelago pulito” va alla conquista dell’Europa. L’Europa pensa alla plastica in mare e guarda alla Toscana, dove a marzo Regione, Unicoop Firenze Legambiente, assieme ad altri partner, hanno lanciato il progetto pilota “Arcipelago pulito”, che vede una cooperativa di pescatori di Livorno impegnata nella raccolta quotidiana dei rifiuti che finiscono in acqua e sono poi tirati su dalle reti. Finora dovevano essere rigettati in mare: adesso non più, almeno fino ad ottobre. E da metà aprile già più di ottocento chili di rifiuti sono stati portati a riva dai sei pescherecci impegnati al momento nell’attività. Sei chili al giorno per ogni barca. Più barche ci saranno, più pulito sarà il mare.
Pescano e raccolgono i rifiuti allo stesso tempo. Le autorità pubbliche controllano e monitorano ogni fase. E così tra sugarelli, rombi e sanpietri i pescatori portano ogni giorno in porto a Livorno bottiglie di plastica, vecchie taniche, a volte anche torce da sub o sterzi di motoscafi corrosi dal tempo e dalle onde, ma sopratutto imballaggi, sacchi e buste, intere o più spesso a brandelli, le più pericolose per i pesci che le inghiottono e destinate a fluttuare per mille e più anni in frammenti sempre più piccoli prima di decomporsi. Una volta raccolti invece, quei rifiuti possono essere smaltiti e un quinto della plastica, raccontano i primi dati, può addirittura essere recuperata, dando ai materiali una seconda vita.
Esempio di economia collaborativa, l’esperimento toscano che vuol fare da apripista e diventare modello, è stato presentato ieri al Parlamento Europeo nel corso di un evento organizzato dall’eurodeputata Simona Bonafè. Il progetto è stato illustrato anche al commissario Ue all’ambiente Karmenu Vella, nel corso di incontro a cui hanno partecipato l’assessore alla presidenza della Toscana Vittorio Bugli e la presidente di Unicoop Daniela Mori.