Firenze – Una nuova strategia per salvare e sviluppare archivi che fanno parte di un patrimonio storico e umano della regione è stata concordata fra l’assessore alla Cultura della Regione Toscana Monica Barni e la Soprintendenza archivistica regionale. Ci sarà una stretta collaborazione per la tutela bibliografica, attraverso lo scambio di informazioni, la creazione e il mantenimento di banche dati con il coinvolgimento delle reti documentarie territoriali.
L’accordo è stato siglato in occasione della giornata dedicata alla commemorazione di Giulio Prunai, alla sua figura e alla sua azione come soprintendente archivistico dal 1954 al 1971, periodo entro cui ebbe modo di esercitare al meglio il suo ruolo nel recuperare i tanti archivi colpiti dalla furia dell’Arno nel 1966.
“Pur essendo state recentemente attribuite allo Stato, e quindi alle Soprintendenze, le funzioni di tutela bibliografica, con l’intesa siglata Regione e Sovrintendenza toscana intendono formalizzare quelle forme di collaborazione e di scambio di informazioni fra di loro già esistenti, necessarie per l’esercizio di tali funzioni da parte della Soprintendenza stessa” ha affermato la vicepresidente assessora alla cultura Monica Barni, presente all’iniziativa insieme alla sovrintendente Diana Toccafondi e a Micaela Procaccia della Direzione nazionale archivistica.
Fra le novità più interessanti previste dal nuovo accordo, l’integrazione del progetto regionale Archivi di personalità della cultura in Toscana tra ‘800 e ‘900 nel Sistema Informativo Unificato delle Soprintendenze Archivistiche, che sarà realizzata in stretta collaborazione con l’Istituto Centrale per gli Archivi, dichiaratosi disponibile a farsi carico delle necessarie iniziative tecniche e degli eventuali costi.
Le celebrazioni per i 50 anni dall’alluvione a Firenze e in Toscana sono state infatti l’occasione per riscoprire tutta la storia di Prunai, la sua passione per la tutela e la conservazione della memoria. Figura a suo modo esemplare di servitore dello Stato quella del sovrintendente, nel suo lavoro silenzioso ma decisivo, segnato dalla durissima esperienza di prigioniero di guerra nei lager tedeschi dal 1943 alla fine del conflitto, dopo la cattura a Tolone dove prestava servizio in qualità di tenente di vascello, raccontata in diario di prigionia riportato fortunosamente a Siena e da lui voluto secretato fino al 2015.