Firenze – Parte il concorso regionale del Premio Architettura Toscana, che, nato anche grazie alla forte attenzione della consigliera regionale Elisabetta Meucci, ex assessore all’urbanistica del Comune di Firenze ed attuale membro della quarta commissione regionale, che si occupa del territorio e dell’ambiente, vede aprirsi la seconda edizione. Un premio improntato al ruolo sociale, ambientale e civile dell’architettura contemporanea.
La presentazione si è tenuta questa mattina 8 novembre, nella sede del Consiglio regionale della Toscana e ha visto la presenza del presidente dell’assemblea regionale Eugenio Giani, della consigliera Elisabetta Meucci e del presidente del Comitato Organizzatore Tommaso Barni, oltre che del presidente dell’Ordine degli Architetti di Firenze Serena Biancalani, del presidente dell’Ordine degli Architetti di Pisa Patrizia Bongiovanni, del coordinatore della Federazione Architetti della Toscana Daniele Menichini e del presidente di Ance Toscana Stefano Frangerini.
L’edizione di esordio del premio, nato con l’obiettivo di stimolare la riflessione intorno all’architettura contemporanea protagonista delle trasformazioni del territorio e per diffondere la cultura del progetto come garanzia di qualità ambientale, ha visto la partecipazione di oltre 140 progetti con cinque opere vincitrici in altrettante categorie. Inoltre, altri 15 progetti furono menzionati o selezionati per la mostra itinerante, inaugurata alla Palazzina Reale di Firenze e poi esposta, oltre che nel capoluogo toscano, anche a Siena, Pistoia, Piombino, Pisa, Pontremoli, Lucca, Arezzo e Prato, dove si è conclusa al Centro Pecci.
La seconda edizione del Premio Architettura Toscana consolida la volontà di far comprendere come l’architettura sia un elemento determinante per la qualità del paesaggio e l’evoluzione delle città. Il concorso promuove l’intero processo di realizzazione di un’architettura, identificandone la qualità nell’interazione e collaborazione fra i suoi attori principali: progettista, committente e impresa.
Il PAT è rivolto alle opere realizzate in Toscana nei cinque anni precedenti alla pubblicazione del bando, tra il 2013 e il 2018. Possono essere candidate al premio opere realizzate da singoli architetti o in gruppo, da dipendenti pubblici o privati. A presentare la candidatura possono essere sia il progettista che la committenza, ma anche l’impresa esecutrice dei lavori.
Il premio si articola in cinque categorie: opera prima, opera di nuova costruzione, opera di restauro o recupero, opera di allestimenti o interni, opera su spazi pubblici, paesaggio o rigenerazione. I partecipanti possono candidare una sola opera per ciascuna categoria. Una singola opera può essere candidata in più categorie. Per ciascuna categoria sarà premiata una sola opera, che riceverà un premio assegnato congiuntamente al progettista, alla committenza e all’impresa. Al vincitore della categoria “opera prima” sarà assegnato un premio aggiuntivo in denaro pari a 5.000 euro.
A valutare le opere candidate sarà una giuria nominata dal Comitato organizzatore, composta dall’architetto Massimo Alvisi, dal professore e sociologo Giandomenico Amendola, dall’architetto Fabrizio Barozzi, dal professore e architetto Luca Molinari e dal professore e architetto Francesca Torzi. La pubblicazione dei risultati avverrà il 29 maggio 2019, mentre il giorno successivo, 30 maggio, si terrà la cerimonia di premiazione alla Palazzina Reale di piazza Stazione, sede di Ordine e Fondazione Architetti Firenze, dove sarà allestita anche la mostra dei progetti vincitori.
Il ruolo “guida” della Toscana, prima istituzione regionale italiana a configurare un premio di architettura, è stato sottolineato dal presidente del consiglio regionale Eugenio Giani, mentre i Presidenti degli Ordini degli Architetti della Toscana hanno messo in evidenza il ruolo del premio come valorizzazione dello strumento concorsuale per la progettazione, oltre a far emergere i giovani progettisti. “Quello a cui questo premio deve servire è far comprendere che ogni architettura è un tassello di un processo che disegnerà, un passo dopo l’altro, il volto futuro di questa regione, che a tanti pare immutabile ma che immutabile non è, e l’obiettivo del PAT è fare in modo che questo volto possa essere il migliore possibile”. Stefano Frangerini, presidente di Ance Toscana, ha messo l’accento sul dato di fatto che, nella contemporaneità, la qualità e la bontà del progetto sono elementi imprescindibili delle opere private e pubbliche. Principio tanto più vero in un territorio come quello toscano, dove si gioca un delicato equilibrio tra paesaggio ed urbanizzazione.