Architettura: il modello cinese per i grandi progetti

La leggerezza e la  creatività. Metterle insieme fa parte dei talenti dell’ex impero celeste. Darne una significativa dimostrazione in uno dei bracci ristrutturati dell’ex carcere delle Murate, la Sala Ottagonale di Piazza Madonna della Neve, fa parte della capacità degli architetti fiorentini di interpretare i tratti più significativi della cultura cinese. Si parla della mostra “Contemporary Chinese Architecture”, esposizione ragionata dei più interessanti progetti realizzati dagli architetti cinesi, che si è chiusa sabato 12 aprile. L’hanno visitata soprattutto studenti, addetti ai lavori e turisti interessati di passaggio. In totale diverse centinaia di persone che hanno potuto vedere illustrati i progetti testimoni delle diverse concezioni prevalenti oggi in Cina (la creatività) attraverso grandi veli bianchi mossi lievemente dalle correnti d’aria (la leggerezza). Così le mura ostili del carcere hanno acquistato una loro strana vitalità, presentandosi come un luogo ideale per questo genere di esposizioni.

Merito degli allestitori Antonio Capestro e Leonardo Zaffi, del curatore Li Xiangning e dell’architetto Maria Chiara Torricelli che ha coordinato l’iniziativa. La mostra è frutto del sempre più stretto rapporto di collaborazione fra l’Università di Firenze e la Tongji University di Shanghai, che ha prodotto il primo semestre primaverile destinato a studenti e professori in aggiornamento appena cominciato. 
I 56 pannelli hanno raccontato di grandi progetti realizzati, fra cui per esempio il nuovo Nigbo Historical Museum idetao da Wang Shi, che nel 2012 ha ottenuto il premio Pritzker considerato il “premio Nobel per gli architetti”. Fra l’altro ci si accorge subito che la maggior parte degli architetti segnalati sono molto giovani, sotto i 50 anni. “Ciò che la mostra lascia a noi fiorentini – spiega l’architetto Torricelli – è soprattutto la dimostrazione evidente che il modello Tongji funziona: all’interno del loro dipartimento di architettura c’è un centro di progettazione che svolge una notevole attività di trasferimento tecnologico. In una parola c’è un rapporto diretto fra la ricerca universitaria e la committenza pubblica e privata che riescono a parlare lo stesso linguaggio”.

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