Barberino/Certaldo – Semifonte c’è. E’ come un albero secolare che cresce e si alimenta della memoria della civiltà toscana, incastonato tra i paesaggi e le colline che condividono i territori di Certaldo e Barberino Val d’Elsa. E’ custodita e protetta dai popoli che si sono alternati nel corso dei secoli, dagli abitanti dell’area che circonda la Cappella di San Michele Arcangelo e di tutto coloro che, protagonisti del loro tempo, hanno passato il testimone tramandando le vicende storiche di una città medievale coraggiosa, fiera della sua identità e delle potenzialità economiche e commerciali in continua ascesa, che ebbe l’ardire di concorrere con la potente Firenze per poi capitolare nel 1202, assediata da una trama di inganni e tranelli architettati dalla città gigliata. Un’eredità narrata, ripercorsa, evocata, amata e diffusa dagli stessi cittadini che non l’hanno mai dimenticata. E’ rimasta lì nella terra e nel ricordo dei semifontesi, in bilico tra storia e mito.
Oggi, a distanza di otto secoli, la vita di quella polis che sognava di affermarsi e sfidare i giganti senza temerli, si riscatta. E’ viva più che mai, come dimostrano in forma inedita le immagini e i primi risultati di un complesso percorso di ricerche che ha indagato il sito di Semifonte attraverso gli strumenti e le metodologie dell’archeologia leggera, non invasiva.
Si chiama archeomatica e si avvale dell’uso combinato di strumentazioni innovative come il georadar, la magnetometria, la resistività elettrica e i droni che scattano immagini multispettrali e fototermiche. La stagione di ricerche storiche, ispezioni archeologiche e analisi geofisiche di portata internazionale, ancora in corso, ha esposto i suoi primi frutti in occasione di una doppia mostra promossa e organizzata, in occasione delle celebrazioni leonardiane 2019, dai Comuni di Barberino Tavarnelle, Certaldo, dall’Unione dei Comuni Empolese Valdelsa, frutto di una collaborazione tra l’Università degli Studi di Firenze, ItaBc Cnr e l’Institut Archeology I Etnologi, guidato da Andrej Buko, Tomasz Herbich, Robert Ryndziewicz.
La mostra Paesaggi in trasformazione tra Medioevo e l’età di Leonardo. Dalla ricerca alla comunicazione: Semifonte e Sandormiez” si è inaugurata pochi giorni fa in due sedi di particolare significato per il rapporto di collaborazione e condivisione del progetto di respiro internazionale che i Comuni di Barberino Tavarnelle, Certaldo e le Università italiane e polacche portano avanti da alcuni anni.
Sono Palazzo Pretorio, nel centro storico di Certaldo, e la Cappella di San Michele Arcangelo a Semifonte, nel territorio di Barberino Tavarnelle, dove l’evento rimarrà aperto e visitabile fino al 7 gennaio 2020. Le immagini rilevano alcune anomalie nell’area circostante Semifonte che fanno supporre la presenza di agglomerati probabilmente legati ad abitazioni e fattorie medievali.
Protagonista è il paesaggio di Semifonte, nei molteplici elementi naturali e antropici che lo compongono, quale risultato di mutamenti e sconvolgimenti. Curata da Andrea Vanni Desideri, Silvia Leporatti e Margherita Azzari, la mostra fa il punto sugli studi e le ricerche storiche e archeologiche, al momento in corso, lungo il filo rosso dei parallelismi esistenti tra Semifonte e la città gemella Sandormiez, in Polonia, distrutta intorno alla metà del 1200 dall’invasione dei mongoli e poi ricostruita nel 1285.
L’allestimento si inquadra nel progetto “Semifonte in Valdelsa città degli Alberti”, costituito dal progetto di ricerca archeologica, condotto da Guido Vannini, Andrea Vanni Desideri e Silvia Leporatti, e dal progetto di diagnostica archeologica, coordinato da Salvatore Piro, Enrico Papale, Daniela Zamuner.