Parigi – Scavi effettuati alla periferia di Salonicco potrebbero portare a una profonda revisione della cronologia dell’antica Grecia, postdatando così dai 50 ai 150 anni le date di avvenimenti che tanta influenza hanno avuto sulla nostra civiltà. A cominciare dal passaggio dalla tradizione orale alla scrittura dell’Iliade e l’Odissea, che potrebbe risalire al IX secolo AC
A sconvolgere il panorama temporale finora riconosciuto sarebbe una nuova tecnica messa a punto dall’Accademia austriaca dello scienze che permette di affinare la datazione rilevata con il carbonio 14 incorporando le condizioni ambientali, un importante fattore che finora non era stato preso in esame.
Finora il sistema utilizzato rileva solo la quantità di radiocarbonio rimasta nella materia organica ritrovata nei reperti archeologici o negli scheletri ritrovati durante gli scavi, radiocarbonio che si riduce poi in modo esponenziale alla morte dell’organismo. Grazie a un campionario di riferimento, è possibile poi datare l’oggetto, ma con un margine di errore se non si abbina il sistema ad altri fattori. Come appunto hanno fatto i ricercatori austriaci che hanno messo a punto una specie di “scala di calibratura” basata su oggetti la cui datazione è accertata che vengono comparati ai dati ottenuti dal carbonio 14.
E’ con questa tecnica che gli archeologi austriaci, riporta il giornale scientifico americano Plos One, hanno esaminato ceramiche ritrovate a Sindos, alla periferia di Salonicco, che hanno rimesso in questione le date dell’età del ferro dell’antica Grecia e anche della sua colonizzazione della Sicilia. Molte innovazioni sia politiche che letterarie che avvenimenti storici potrebbero dunque essere retrocesse nel tempo fino a 150 anni. Secondo l’archeologo Stefanos Gimatzidis “si può ormai pensare che la diffusione dell’alfabeto o del symposium come un processo durato più a lungo iniziato nel IX secolo”. A suo avviso infatti “i vantaggi dei due metodi si completano a vantaggio di una datazione che finora non era stata raggiunta”.
Finora la cronologia dell’antica età del ferro nel Mediterraneo si basava essenzialmente sulle ceramiche protogeometriche e geometriche greche, ma finora, afferma Gimatzidis, non erano state oggetto da approfondite serie di esame al carbonio 14 nei contesti stratificati dell’Egeo. A suo avviso i rilevamenti effettuati a Sindos non solo spostano indietro la cronologia ma anche implicano una revisione della nostra conoscenza della storia della Grecia e del Mediterraneo.
La rivista americana sottolinea anche come finora gli studiosi dell’archeologia greca non abbiano tenuto in gran conto i dibattiti della comunità scientifica del vicino Oriente. O come, nella datazione delle colonie greche in Sicilia, si continui a far perno sulla credibilità del grande storico Tucidide, senza tener conto che parla di avvenimenti che lo precedono di almeno due secoli.