Firenze – Non c’è pace per le Apuane, e lo scontro, dopo l’approvazione in commissione territorio e ambiente all’unanimità del piano paesistico che ha il suo fulcro proprio sulle attività estrattive e la regolamentazione delle cave di marmo, alza il tiro. Ad annunciare due giorni di serrata infatti gli imprenditori delle attività marmifere, l’indotto che vi gira intorno, persino, sembra, i camionisti. Tutto questo perché si ritiene che il nuovo regolamento tolga alle imprese la possibilità di esercitare la propria attività e tagli occupazione.
“Leggo che si starebbe organizzando una serrata contro il piano regionale del paesaggio, sostenendo che questo impedirebbe l’apertura di nuove cave. Niente di più falso”. E’ così che ribatte a stretto giro il presidente della Regione Enrico Rossi, che puntualizza: “La norma dice che l’apertura di nuove cave è consentita, naturalmente ad alcune condizioni di tutela e sicurezza. E’ vero che a differenza di prima le condizioni poste sono precise, nel pieno rispetto dell’ambiente e del diritto di fare impresa. E’ vero anche che d’ora in poi sopra i 1200 metri, in applicazione della legge Galasso, non sarà più consentito ‘scapuzzare’ le montagne e rovinare le creste”.
“Stupisce questa reazione, visto che sui contenuti del nuovo piano si è registrato il consenso dei Comuni interessati oltre che delle organizzazioni sindacali – continua il presidente – I lavoratori non hanno infatti di che preoccuparsi per il nuovo piano del paesaggio. In esso è contenuta una norma che contribuirà ad aumentare l’occupazione: viene infatti previsto che entro il 2020 il 50% del prodotto venga lavorato in loco (attualmente questa attività interessa solo il 25% del prodotto), e ciò contribuirà a aumentare e qualificare i posti di lavoro”.
“Oggi – conclude Rossi – ci sono molti modi per delocalizzare. Ci sono settori che spostano all’estero le loro produzioni e altri che spediscono, con troppa facilità, fuori dai confini nazionali il prodotto estratto ma non lavorato. Noi non siamo fondamentalisti, vogliamo costruire equilibri più avanzati per le imprese, i lavoratori e l’ambiente. Dobbiamo guardare al futuro, alla qualità, al lavoro e al paesaggio”.