Firenze – Passa all’unanimità (ieri) il piano paesaggistico (variante del Pit) in commissione regionale, non si sono ancora smorzati gli entusiasmi, che una nota ufficiale firmata da Anna Marson in cui esprime il suo rammarico ha l’effetto di una vera e propria doccia fredda. Perché, nero su bianco, l’assessore regionale Marson a quelle modifiche introdotte nella variante non ci sta. Un momento: quali modifiche? Si parla delle concessioni alle cave delle Apuane. Vale a dire del cuore che regge tutta la polemica scoppiata intorno al piano paesistico. Il vero punctum dolens, ciò che rischia di scompaginare tutto un’altra volta. “Stiamo lavorando adesso per capire se è possibile condividere con il ministero dei Beni e delle Attività Culturali le modifiche apportate per la loro validazione”. Nota ufficiale che ha il sapore di una vera e propria mossa a sorpresa, che s’abbatte sull’esultanza del centrodestra e sulla sostanziale presa d’atto del Pd in tema di cave e gestione delle attività marmifere delle Apuane.
“Sono soddisfatta per il fatto che la commissione ha votato il documento all’unanimità. Nell’insieme il piano costituisce una significativa innovazione anche culturale nel trattare il paesaggio. Anche se– precisa l’assessore- non condivido tutti gli emendamenti apportati: a partire da quelli in generale sulle attività estrattive a quelli, in particolare, sulle cave delle Apuane”.
In somma, al di là del linguaggio diplomatico, sembra di cogliere un messaggio preciso: sulle cave delle Apuane non è ancora finita.
“Per quanto riguarda le cave – torna a picchiare duro l’assessore Marson, data da alcuni sull’orlo delle dimissioni –abbiamo lavorato negli ultimi mesi con particolare impegno per trovare una mediazione alta che nel tutelare l’ambiente consentisse non solo di salvaguardare i posti di lavoro in essere, ma anche di promuoverne di nuovi. Purtroppo su questo tema devo riscontrare l’indebolimento dell’impianto complessivo ad opera di alcuni emendamenti votati in commissione”.