Alla vigilia di una assemblea nazionale decisiva per le sorti del Pd, aggiungo il mio appello a quello di tanti cittadini ed elettori affinché tutti coloro che hanno responsabilità massime cerchino con ogni forza e sino all’ultimo istante possibile di evitare scissioni, conservando quell’unità che deve essere considerata un valore assoluto.
La scissione del Pd rappresenterebbe per il centrosinistra italiano, e per il nostro Paese, una assoluta sciagura, una scelta incomprensibile per la stragrande maggioranza degli elettori. La storia e l’esperienza hanno dimostrato che soltanto uniti si vince, mentre divisi si rischia di consegnare un Paese che ha necessità e voglia di ripartire e guardare avanti, al qualunquismo populista o, peggio ancora, xenofobo, in grado solo di riportarci indietro.
Ho creduto in maniera convinta nella stagione della costruzione del centrosinistra passata attraverso l’esperienza dell’Ulivo: nel 2007, sulla scia di quella stessa esperienza, da segretario provinciale di uno dei due maggiori partiti fondatori, ho concorso a Reggio Emilia alla nascita del Partito democratico. Continuo tuttora a credere nei comuni valori progressisti e di innovazione che abbiamo condiviso in questi dieci anni.
Per governare e risollevare il Paese oggi non serve un Pd diviso e indebolito, ma solido e coeso, in grado di rinvigorire le radici popolari e pluraliste dalle quali è nato.