Firenze – Il 30 dicembre del 1230 nella Chiesa fiorentina dedicata a Sant’Ambrogio avvenne il miracolo del Calice. Un sacerdote il giorno dopo aver celebrato la messa si accorse che alcune gocce di vino consacrato, rimaste nel calice si erano trasformate in sangue. A raccontare l’accaduto fu lo storico Giovanni Villani che scrisse “ Il dì appresso, prendendo nuovamente il detto calice vi trovò dentro vivo sangue rappreso (…) e ciò fu manifesto a tutte le donne di quel monastero e a tutti i vicini che vi furono presenti e al Vescovo e a tutto il chiericato e poi si palesò a tutti i Fiorentini, i quali, con grande devozione, vi si radunarono intorno per vedere e presero il sangue del calice e lo misero in un’ampolla di cristallo che ancora si mostra al popolo con grande riverenza”. La reliquia del Miracolo, alcune gocce di Sangue che misurano circa un centimetro quadrato ancora oggi sono conservate all’interno di un tabernacolo in marmo costruito da Mino da Fiesole.
Nel 1486 Cosimo Rosselli, pittore del primo Rinascimento, completava il suo affresco che narrava la processione del popolo fiorentino accorso per celebrare l’evento. Domani, nel giorno dedicato a Sant’Ambrogio sarà presentato in anteprima il restauro dell’affresco che, iniziato durante l’estate da Lidia Cinelli con la supervisione della d.ssa Ilaria Ciseri si concluderà all’inizio del 2017. Dopo la messa che sarà celebrata alle 18.00 da Monsignor Timothy Verdon, i saluti di benvenuto da parte di Padre Carlo Guarnieri a cui faranno seguito gli interventi di Stefani Santoni Amministratore Delegato Unigum spa, sponsr del restauro, di Andrea Pessina Soprintendete Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Lidia Cinelli, Monica Pietroni Nathan e Monsignor Timothy Verdon. Nel 1482 Cosimo Roselli si recò a Roma insieme al Botticelli, al Ghirlandaio e al Perugino per affrescare la Cappella Sistina dove da abile dipintore quale era si distinse e si fece apprezzare da Sisto IV per l’uso dei colori sgargianti che caratterizzavano le sue figure. La commissione per gli affreschi di Sant’Ambrorgio arrivò proprio a seguito dei successi romani e la sua committente, la badessa Maria dei Barbadori, fu così soddisfatta da aggiungere un premio alla somma stabilita. Come sempre accade il momento del restauro grazie al lavoro delle indagini e delle analisi è in grado di portare sempre a nuove scoperte sull’opera e sul suo artista, e questo è quello che avverrà in occasione del Convegno che il prossimo anno sarà dedicato a Cosimo Rosselli a restauro ultimato.