Anteprima del festival del Pensare: un incontro con Davide Enia e con Padre Mosè, candidato al Nobel per la pace

Oltre l’acqua, oltre il vento, reinventarsi la vita, con lo scrittore, drammaturgo e attore Davide Enia e con il filosofo e teologo Mussie Zerai (Padre Mosé ) in programma sabato 2 giugno a Cecina (LI) alle ore 21,30 nella sala Consiliare P.Cipolli, è uno degli appuntamenti che anticipa il Festival del Pensare, la manifestazione diffusa nei comuni di Cecina (LI), Guardistallo, Montescudaio e Casale Marittimo (PI) e Castagneto Carducci, in programma dal 18 al 24 Luglio 2018. Il tema scelto quest’anno è quello del Viaggio, inteso nelle sue molteplici declinazioni. C’è chi parte per trovare un’altra dimensione di vita, libera da impegni professionali e poi c’è chi parte per ritrovare se stesso o  chi parte per trovare vita da luoghi dove la vita, per ragioni climatiche, politiche, sociali, economiche, è negata. “Quando,con Pia Pagani de Marchi, la Presidente della Associazione Pensiamo Insieme, approdammo a questa frase- racconta Dana Scotto Fasano che coordinerà – per intitolare l’incontro con Davide Enia e Padre Mosé, ci parve di aver trovato un titolo adatto a descrivere le esperienze della migrazione. Ma dopo aver letto i due libri di Davide Enia (Appunti per un naufragio) e di Mussie Zerai  (Padre Mosè), questo titolo suona talmente colmo di speranza, addirittura, forse, di ottimismo, che alla luce delle enormi sofferenze descritte da Enia e da Padre Mosè nei loro bellissimi libri, forse può apparire fuori luogo. La spinta verso la capacità e la possibilità di superare acqua e vento per potersi davvero reinventare la vita è però ciò di cui Padre Mosè parla nel suo libro. Come ne parlano i volontari e gli operatori incontrati da Davide Enia a Lampedusa. Sappiamo come un muro di indifferenza, cinismo, ostilità nei confronti dei migranti sia oggi molto diffuso, in molti osservano che ci troviamo di fronte a una grave, profonda crisi dei diritti umani. Come ci mostreranno, dati alla mano, Davide Enia e Padre Mosé, ci vorranno anni per comprendere e convivere serenamente con estranei e diversi, ma in fondo, come nota Enia, “E’ sempre la stessa storia che si ripete: una ragazza fenicia scappa dalla città di Tiro, attraversando il deserto, fino a quando i piedi non riescono più ad andare avanti perché di fronte c’è il mare. Allora incontra un toro bianco, che si piega e la accoglie sul dorso, facendosi barca e solcando il mare, fino a farla approdare a Creta: la ragazza si chiama Europa. Questa è la nostra origine. Siamo figli di una traversata in barca.” A tale proposito, un aneddoto che ci riguarda molto da vicino. Come racconta Scotto di Fasano, che coordinerà l’incontro, nel libro Sfògati,“La povertà è troppa. Bisogna partire. Alla volta dell’America. Si raccoglie ogni avere per pagare il viaggio che li porterà in salvo. E poi il mare. Per giorni. Ed ecco profilarsi terra all’orizzonte: la California! Sbarcano. Oggi, molti turisti si chiedono la ragione dello strano nome della frazione che si incontra sull’Aurelia a circa cinque chilometri a sud di Cecina: La California. Dove, chissà perché, risiedono tante persone dal cognome tipicamente marchigiano.” Gli scafisti d’allora imbrogliarono i poveri emigranti marchigiani portandoli dall’Adriatico al Tirreno e sbarcandoli a sud di Cecina, raccontando loro che erano arrivati in California! Come racconta Padre Mosè nel suo libro, lo stesso accade ai clandestini che per il viaggio della speranza hanno pagato fino a un milione e duecentomila lire a testa, e vengono scaricati dagli scafisti di notte su un’isola, “ a loro veniva raccontato che stavano sbarcando in Calabria, o in Campania. A volte, addirittura, a Roma. Tanto che gli extracomunitari, una volta messo piede a terra, chiedevano della stazione ferroviaria” Davide Enia drammaturgo, attore e romanziere palermitano. Con Italia-Brasile 3 a 2, da lui scritto diretto e interpretato, ha vinto il premio Ubu speciale 2003, l’anno successivo, con Scanna ha vinto il Premio Tondelli che debutta con la sua regia alla Biennale di Venezia nel 2004. Scrive, dirige e interpreta Maggio ‘43 (primo premio come miglior spettacolo al “Moldavian International Teatrul Unui Actor” ) che sarà edito, così come Italia-Brasile 3 a 2, da Sellerio. Nel 2005 scrive e interpreta Rembò per RaiRadio2 che vince come novità drammaturgica il Premio Hystrio e il Premio E.T.I. Nel 2006 vince il premio Vittorio Mezzogiorno e il Premio Gassman come miglior talento emergente italiano. Nel 2009 vince con Il cuoco il Premio Speciale della Giuria al Premio Riccione. Il suo primo romanzo, Così in Terra (Baldini e Castoldi Dalai, 2012), finalista allo Strega, è stato tradotto in diciotto lingue prima di approdare in Italia. Nel 2014 pubblica il secondo romanzo, Uomini e pecore (EDT). Nel 2017 ha pubblicato, con Sellerio, il romanzo Appunti per un naufragio che sta presentando in forma di reading con il titolo Scene dalla frontiera nei maggiori teatri italiani e grazie al quale ha vinto il Premio Anima per il Sociale e il Premio Mondello XLIV edizione. Mussie Zerai (Padre Mosé) è un prete cattolico e un attivista impegnato in azioni per salvare i migranti nel Mediterraneo durante la crisi europea dei migranti. È il fondatore e il presidente dell’agenzia Habeshia (con sede a Roma), e nel 2015 è stato nominato per il Nobel per la pace come angelo dei profughi. Ha ricevuto molti premi e riconoscimenti internazionali. Dopo la morte prematura di sua madre, Zerai è stato allevato dalla nonna insieme a sette fratelli. Il padre, che era stato arrestato temporaneamente dalla polizia segreta, aveva lasciato il paese per cercare rifugio in Italia. All’età di 17 anni, anche Mussie fuggì in Italia, dove chiese asilo politico ed ottenne un permesso di soggiorno. Il suo libro è un viaggio che ci porta dentro il laboratorio umano e professionale di una persona che ha fatto della propria esistenza un ponte: tra Europa e Africa, tra Italia ed Eritrea, tra culture, fedi e appartenenze diverse; un itinerario che con parole libere e misurate include l’infanzia eritrea, la partenza per Roma e infine la Svizzera, dove attualmente padre Mosè vive e lavora. Vengono passati in rassegna incontri e volti di ogni tipo, dalle persone comuni incontrate per via, ai big della politica internazionale (Hillary Clinton); dai ricordi familiari all’ordinazione sacerdotale, dai lavori malpagati agli studi teologici universitari. Padre Mosè ci offre una testimonianza dove il coraggio della denuncia non si nutre mai di polemiche fine a sé stesse, bensì di passioni e ragionamenti condotti sempre in prospettiva.

Il festival è realizzato anche grazie al contributo e con il patrocinio dei comuni di: Cecina, Casale Marittimo, Montescudaio, Guardistallo e si avvale della media partnership di Rai Cultura.

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