Firenze – In Toscana sono in netta crescita i reati di criminalità organizzata (+26%) e quelli in materia tributaria (+27%), E’ “rilevante anche l’aumento di reati per terrorismo, dove si registra +53,85%”. Lo ha detto il procuratore generale della Corte d’appello di Firenze Ettore Squillace Greco nella relazione sull’attività degli uffici requirenti del Distretto di Firenze per l’Anno Giudiziario 2024 che ha inaugurato l’Anno giudiziario.
In particolare un aumento consstente è quello del traffico di stupefacenti”: “Il porto di Livorno – ha aggiunto – sta diventando uno snodo importante nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti, traffico nel quale la ‘ndrangheta ha tuttora un ruolo di primo piano”. La pericolosità dei traffici che incrociano la Toscana “richiede un costante sforzo organizzativo e investigativo, nonché un convinto impegno di coordinamento a livello nazionale e internazionale, per il quale è essenziale il supporto della Direzione Nazionale Antimafia e di organi come Eurojust”.
Il piccolo spaccio è “gestito da stranieri in particolare di origine maghrebina che hanno un ruolo predominante non solo per l’eroina ma anche per i derivati di cannabis e cocaina”. Più in generale, “si può dire che in Toscana sono proprio africani (tunisini, marocchini, nigeriani, senegalesi) e albanesi, i gruppi criminali che occupano buona parte del mercato della droga. Essi coprono settori che vanno dal livello di traffico medio – alto, allo spaccio di piazza”.
Fra le inchieste di rilievo quella sullo smaltimento abusivo del keu, lo scarto inquinante di risulta dalla combustione dei fanghi delle concerie del distretto di Santa Croce sull’Arno, che si estende nelle province di Firenze e Pisa. Greco ha sottolineato che “la gravità dei fatti contestati emerge anche da preoccupanti risultati delle analisi delle acque di falda che risultano essere state a contatto con tali rifiuti”. La procura, ha ricordato il Pg distrettuale, ha chiesto il rinvio a giudizio per 24 politici, dirigenti di enti e “imprenditori ritenuti collegati ad una cosca di ndrangheta e sei aziende, contestando a vario titolo i reati di associazione a delinquere finalizzata alle attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e l’inquinamento ambientale, corruzione anche in materia elettorale, indebita erogazione di fondi pubblici ai danni della pubblica amministrazione, falso e impedimento del controllo da parte degli organi amministrativi e giudiziari.
“È stata, inoltre, mossa – prosegue il testo – la contestazione in ordine alla responsabilità degli enti per illecito amministrativo da reato commesso dai propri rappresentanti, direttori e preposti”. “Sarebbe emersa – si legge sempre nella relazione – una prassi abusiva particolarmente pericolosa e dannosa per l’ambiente, ovverosia quella di declassificare i rifiuti pericolosi e le ceneri dei fanghi di depurazione contaminati, facendoli figurare come rifiuti recuperabili nella lavorazione di materiali inerti per l’edilizia, così da consentire un occultamento dei rifiuti più inquinanti provenienti dal comparto conciario (ceneri contaminate da elevatissime concentrazioni di cromo) e dal comparto orafo (fanghi cancerogeni ed ecotossici contaminati da arsenico, boro, selenio) e causare anche gravi eventi di inquinamento ambientale”. I rifiuti, secondo la procura, sono stati “ceduti a terzi ignari e utilizzati come materie prime in terreni agricoli, in fondazioni per attività edilizie residenziali, in ripristini ambientali, in opere infrastrutturali, quali strade e aeroporti. La gravità dei fatti contestati emerge anche da preoccupanti risultati delle analisi delle acque di falda che risultano essere state a contatto con tali rifiuti”.
“Siamo sull’orlo della paralisi, e non uso parole avventate. Siamo alla chiusura di alcuni servizi”. E’ il grido di allarme lanciato dal presidente della corte d’appello di Firenze Alessandro Nencini rispetto alle risorse che necessiterebbero per il buon funzionamento degli uffici. “Faremo di tutto per coprire con il volontariato ciò che le istituzioni non mettono a disposizione – ha anche detto Nencini – Ma si tratta di una resistenza che non so fino a che punto potrà andare avanti”. (Ansa)