Questa mattina all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Bologna dal presidente della Corte d’appello Giuliano Lucentini è arrivato un duro attacco al governo Renzi e al presidente del Consiglio. Oltre che una stroncatura sulla riforma della giustizia, “di portata modestissima” con l’eccezione delle nuove norme sul divorzio.
Nel passaggio finale della sua relazione Lucentini ha spiegato di aver pensato che “finito un certo periodo di tempo, le cose potessero cambiare. Certo, non siamo più additati come disturbati mentali, non si dice più che taluni di noi, quelli impegnati in ben noti processi, sono mafiosi, criminali, irresponsabili. Peraltro, tali epiteti non ci toccavano più di tanto, perché per la loro grossolanità si sconfessavano da sé”. E invece, ha affermato il presidente della Corte d’Appello, “mi sbagliavo perché le cose sono sostanzialmente rimaste quelle di prima. Quello che è cambiato è solo il metodo, che è diventato mediaticamente più sottile e dunque di maggiore suggestività”.
Lucentini ha sottolineato che attribuire la lentezza della giustizia italiana alle ferie dei giudici è uno “sconsolante accostamento”. A tale proposito il presidente aveva parlato del pericolo “che corre il Paese se i suoi giudici sono delegittimati”.
“Non mi interessa – ha aggiunto Lucentini – la questione delle ferie, cioè se sia stato giusto ridurle oppure no, che è cosa del tutto secondaria, quel che conta è lo sconsolante accostamento delle due proposizioni”.
Al termine del discorso di Lucentini, il ministro dell’Ambiente Galletti si è alzato dalla prima fila e ha lasciato l’inaugurazione. “Ho trovato la situazione imbarazzante – ha spiegato poi il ministro – non voglio alimentare polemiche, ma certi argomenti non andrebbero trattati in occasioni ufficiali”.
Toni più concilianti dal procuratore capo di Bologna Roberto Alfonso, che comunque ha criticato la polemica di Renzi sulle troppe ferie dei giudici. “Le mie valutazioni le tengo per me, ma certamente non risolveremo il problema con le ferie dei magistrati. Io stesso, di recente, ho scoperto di avere 45 giorni di ferie mai goduti”.
Polemiche con la politica a parte, il tema più importante dell’inaugurazione dell’anno giudiziario in Emilia-Romagna è consistito nella constatazione dell’aumento dei reati di mafia. Gli intervenuti hanno evidenziato che le mafie si stanno radicando sempre di più al Nord, e anche in questa regione stanno estendendo il proprio raggio d’azione in particolare a Bologna, Modena, Reggio Emilia e Rimini. Lo ha ricordato lo stesso Lucentini, che ha evidenziato l’aumento dei delitti di associazione a delinquere di stampo mafioso, oltre a quelli per stalking e riduzione in schiavitù.