Annie Féolde, la grande chef premiata da un Nobel

E’ la prima chef tristellata d’Italia ed ha ricevuto da poco il “Premio Nonnino 2013” insieme ad altri due grandi personaggi dell'enogastronomia italiana, Gualtiero Marchesi ed Ezio Santin. "Con Annie Féolde, Gualtiero Marchesi e Ezio Santin – ha scritto la giuria nelle motivazioni – si vogliono premiare le prime tre stelle dell'arte culinaria italiana, tre voci e tre maestri che da veri pionieri hanno fatto conoscere l'eccellenza della cucina italiana nel mondo. Fedeli alla tradizione ma aperti all'innovazione rappresentano e onorano le decine di grandi chef che hanno portato la nostra enogastronomia a vette di eccellenza."
Non è certo il primo grande riconoscimento attribuito ad Annie Féolde: nel 2006 è stata insignita del titolo di Chavalier dans l'Ordre National du Mérite dal presidente Chirac, nel 2007 ha ricevuto il Woman Trophy 2007 dei Relais&Chateaux, nel 2008 la Spilla d'oro nella XVIII edizione del Premio Firenze Donna e dal 1993 ad oggi l’Enoteca Pinchiorri, che conduce insieme al marito Giorgio, ha avuto tre stelle dalla Guida Michelin.
Un percorso professionale ricco di soddisfazioni, fondato su pochi ma solidi principi enogastronomici, primo fra tutti che la sua “cucina è al servizio del vino”.

Il 26 gennaio ha ricevuto il prestigioso premio Nonino Risit d’Àur 2013. L’emozione di essere riconosciuta una delle tre stelle dell’arte culinaria italiana deve essere stata molta.
Grandissima. Quaranta anni fa non ci avrei mai pensato. Qui all’Enoteca abbiamo cominciato senza cucina e non avevamo nessuna intenzione di creare un ristorante. Tutto è cominciato dal niente, soltanto per accompagnare i vini e seguendo la nostra tradizione che prevede l’abbinamento tra cibo e vino. Piano piano è diventato un vero ristorante.

2367267.jpgNon è stato certo il primo premio che ha ricevuto. Ma in questo caso sorprende anche la giuria, davvero d’eccellenza. Dal presidente, il premio Nobel per la letteratura Naipaul al “libero filosofo del cibo” Pollan, e poi il poeta Graham fino al grande fisico inglese Higgs. Grandi personalità che aveva già incontrato in precedenza. 
Non tutti. Ogni anno ho ricevuto l’invito della signora Nonino per assistere alle premiazioni, ma non ho mai avuto il tempo di andare. Questa volta mi ha teso un tranello: mi ha chiesto se ero libera in una certa data. Solo quando le ho risposto di sì mi ha spiegato che avrei ricevuto il premio e incontrato queste importanti personalità! Nella vita bisogna essere sempre umili, ma questo devo riconoscere che è il coronamento di una carriera lunga e ricca di soddisfazioni. Sta capitando spesso in questo periodo, tanto è vero che ho detto agli amici: questo è l’indirizzo verso la porta di uscita! Non mi illudo di durare altri quaranta anni.

Anche la motivazione è molto importante: saper coniugare “fedeltà alla tradizione e apertura all’innovazione”. Come riesce a sintetizzare tradizione e innovazione in una cucina che lei ha definito “di servizio al vino”.
E’ il mio principio di fondo. Bisogna sempre ricordare la cultura del posto in cui siamo perché è la nostra identità. Ma dobbiamo cercare di migliorare, cambiare ed essere al passo con i tempi. Per esempio il lato visivo e quello della salute oggi sono importanti. E poi dobbiamo far trascorrere ai clienti una bella serata. Quindi tutto deve essere presentato con gentilezza e passione.

Tradizione, innovazione ma anche attenzione al sociale. Ogni anno l’Enoteca offre il pranzo di Natale agli ospiti delle residenze per anziani di Montedomini. Come è nata l’idea di questa iniziativa.
Abbiamo pensato, anche se un po’ tardi, che gli anziani sono spesso dimenticati e sono anche quelli che hanno più bisogno. Montedomini è molto vicino a noi e mio marito è legato alla zona. La prima volta che abbiamo preparato il pranzo per loro dentro Montedomini ci siamo accorti che avevano lavorato mesi per prepararsi a questa cena. Hanno portato regali preparati da loro per ognuno di noi. E’ stata un’esperienza bellissima, che ci ha commosso. Poi è diventato un appuntamento fisso e lo abbiamo spostato da noi per farli uscire dal loro ambiente. Erano molto gasati! E anche noi, anche se pensiamo che, nonostante tutto, non facciamo mai abbastanza.

Ci racconta come è diventata chef.
Per i vini. La nostra cantina è stata subito apprezzata, dai fiorentini per primi. La cucina è nata intorno al vino e io ho impiegato anni per raggiungere il livello qualitativo del nostro vino. Per me è stato comunque un piacere, anche per il contatto con le persone. Ognuna dà emozioni diverse.

537563.jpgAd un certo punto della sua vita si è trasferita a Firenze: come è stato l’impatto con la città e con i fiorentini.
Sono arrivata abbastanza giovane per migliorare l’italiano che avevo già studiato a Nizza, dove sono cresciuta. Per guadagnare, ho trovato lavoro in un ristorante ed è così che ho incontrato mio marito. Certo Firenze è molto diversa da Nizza: è antica, austera. Ho impiegato diverso tempo ad abituarmi, sia perchè i fiorentini sono piuttosto chiusi sia perchè per me la città era difficile da apprezzare. I primi anni pensavo che mi mancava il mare, ma oggi non andrei assolutamente via da qui, anche se ci sono cose che non mi piacciono molto, come la spiaggia sull’Arno.

In una cucina di alto livello come la sua le materie prime sono sicuramente di ottima qualità. Come e dove le sceglie.
Bisogna fare una grande ricerca, ma certo non vado tutte le mattine al mercato. Ho dei fornitori in zona, a Montemorello per esempio c’è un’azienda che ci fornisce prodotti a chilometro zero. Sto molto attenta che i prodotti siano ottimi perché sono la base del ristorante e, nel caso della carne, quello che conta è che l'animale venga allevato con rispetto. Vedo tutti questi programmi televisivi di cucina, ma credo che sarebbe più importante far capire alla gente che la cosa principale sono le materie prime e insegnare quali sono glia alimenti che sarebbe meglio evitare.

Coldiretti ha reso noto che la nostra regione è in testa alla hit parade dei cibi contraffatti. Da grande esperta, secondo lei il consumatore come può difendersi dalle imitazioni che dilagano ovunque.
Non c’è abbastanza controllo e si può essere ingannati facilmente. La gente dovrebbe essere maggiormente protetta. Non ne sento parlare molto, ma mi sembra che sarebbe più importante parlare di queste cose e proteggere i consumatori che fare lezioni di cucina in televisione.

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Giovanna Focardi Nicita

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