Pistoia – Sono le mani alacri e l’amore sconfinato dei contadini per la loro terra a essere la risorsa e la custodia più sicura della montagna. Su questa convinzione, fin dal 2006 attorno al bacino del Serchio è partito il progetto Agricoltore Custode del Territorio: lavorare in prevenzione per vincere in risparmio ed efficacia, un sistema che dà all’agricoltore montano il ruolo di ‘sentinella’ del reticolo idrico e la possibilità di effettuare piccoli interventi di manutenzione; i soggetti attori dell’accordo sono consorzio di Bonifica Toscana Nord e L’Unione Comuni Media Valle del Serchio a cui aderiscono ben 8 aziende pistoiesi di Cutigliano, San Marcello, Piteglio, Abetone.
Ed è Coldiretti Pistoia a dare spazio a questa bella storia della montagna, che ha visto ieri il rinnovo della convenzione fra aziende e consorzio. Una realtà che coinvolge molte aziende associate a Coldiretti e che, come sottolinea Vincenzo Tropiano, direttore dell’associazione pistoiese, rappresenta “una condotta che va incrementata e trasferita ad altri territori e altri comparti”.
“Un sistema virtuoso che va replicato a tutti i livelli -spiega Tropiano- le aziende pistoiesi coinvolte nel progetto ne traggono una integrazione al reddito e hanno un’esperienza ‘certificata’ che altri enti pubblici possono sfruttare. La pratica fa risparmiare e deve essere estesa”. Altri imprenditori agricoli interessati possono contattare gli uffici zona Coldiretti, per avere informazioni su come partecipare ai bandi e come aggregarsi per ottenere affidamenti di attività dagli enti.
Ed ecco come funziona: le imprese agricole coinvolte monitorano e controllano il territorio assegnato (che rientra o è prossimo alla superficie aziendale). Riferiscono all’ente (consorzio-unione comuni) e in base alle segnalazioni e necessità effettuano piccoli interventi di manutenzione (ripulitura da vegetazione o tronchi d’albero dell’alveo dei corsi d’acqua, per esempio) impiegando lavoro proprio o dei familiari, di materiali e mezzi a basso impatto ambientale e macchine ed attrezzature di proprietà.
Per queste attività, l’agricoltore riceve un compenso fisso per il costante monitoraggio e per l’attività di segnalazione, e una parte variabile a seconda degli interventi di manutenzione che effettua.
Insomma un risparmio oggettivo che si avvale di un monitoraggio sistematico degli alvei da parte dell’agricoltore nel corso della propria quotidiana attività aziendale, mentre la manutenzione vera e propria viene eseguita con gli stessi mezzi agricoli nei momenti in cui non vengono impiegati per le attività lavorative proprie dell’agricoltura. Un risparmio che infine si spalma sull’ente pubblico e, in definitiva, su tutti i cittadini. “Sono queste le attività che occorre incrementare, favorendo la partecipazione delle aziende alla manutenzione per i comuni e i consorzi -auspica Tropiano – per rilanciare la montagna servono queste iniziative, forti nella quotidianità”.