Anfitrione apre la stagione del Teatro Era

Pontedera – L’artista e regista Jan Fabre, la danza firmata da Lisbeth Gruwez e Claire Chevallier, l’Odin Teatret, gli italiani Motus, Emma Dante, Lino Musella, Pippo Delbono, Alessandro Serra.

Sono questi gli appuntamenti più importanti della stagione 2019 / 2020 del Teatro Era. Un panorama ricco e fertile su cui si inserisce l’ultima creazione Svegliami e il Progetto Oblomov di Roberto Bacci.

Linea di congiunzione il lavoro costante con la drammaturgia che trova in Michele Santeramo la figura di congiunzione tra la stagione teatrale, la formazione e progetti territoriali di sempre maggior respiro come il Festivaldera, di cui Santeramo è autore centrale.

“Si struttura infine con ancora maggior solidità rispetto al passato – affermano i responsabili  – il profilo del Teatro della Toscana quale Teatro Nazionale in cui il Teatro Era trova – tra innovazione e tradizione – ulteriori modalità di avvicinamento del pubblico anche verso proposte immaginate per comunità di spettatori eterogenee e diversificate, moltiplicando le possibilità di incroci tra sguardi e proposte di qualità. Sotto questa spinta entrano in stagione nomi del calibro di Filippo Dini, Valeria Solarino e Giulio Scarpati, Ferzan Özpetek, Gianni Clementi, Roberto Andò, Vinicio Marchioni, Luca Zingaretti.

L’inaugurazione della Stagione è affidata alla Prima Nazionale di “Anfitrione”, grande classico del teatro latino, in scena martedì 29 e mercoledì 30 ottobre nella nuova versione firmata dal regista Filippo Dini, che ne attualizza il senso e riesce a parlare dell’oggi attraverso una rilettura brillante affidata a un cast da cui emergono i nomi di Antonio Catania, Barbora Bobulova e Valerio Santoro. Verità e inganno, intesi e malintesi, situazioni comiche, bizzarre e spiazzanti fanno da specchio alle sempre più grottesche e disorientanti vicende di un dilettante populista dei giorni nostri.

Giulio Scarpati e Valeria Solarino il 9 e il 10 novembre sono i protagonisti del “Misantropo” di Molière diretto da Nora Venturini, una commedia amara in cui non è previsto il lieto fine. Attorno a loro si muove un carosello di tipi umani: il politico con velleità da scrittore, i giovani bene, vanesi e modaioli, la dama di carità, ipocrita e bigotta, parodie dei vizi e dei difetti dell’alta società di ieri, di oggi e di domani.

Tanta attesa per l’arrivo a Pontedera della Compagnia Pippo Delbono che il 15 novembre porta al Teatro Era “La Gioia”: “Una parola – spiega il regista – che mi fa paura, che mi evoca immagini di famiglie felici, di bambini felici, di paesaggi felici. Tutto morto, tutto falso. Penso a questo spettacolo “La Gioia” come ad un racconto semplice, essenziale. Come qualcosa che c’entra con l’uscita dalla lotta, dal dolore, dal nero, dal buio”.

Il drammaturgo Michele Santeramo dal 21 al 24 novembre è in scena con la Prima Nazionale del lavoro “Di qua dall’infinito” che, a partire dalla “ricostruzione” della creazione dell’“Infinito” di Leopardi, dà forma a una girandola di azioni teatrali in cui testo e improvvisazione si intrecciano e si avvalgono delle musiche dal vivo di Sergio Altamura e Giorgio Vendola.

L’autore del pluripremiato “Macbettu”, Alessandro Serra presenta in Stagione due lavori particolarmente intriganti: dal 30 al 1 dicembre “L’ombra della sera”, un ritratto dal vivo ispirato alla vita e all’opera di Alberto Giacometti, con in scena la performer Chiara Michelini e il 12 gennaio la rilettura de “Il giardino dei ciliegi” di Anton Čechov, in una versione corale che porta sul palcoscenico Arianna Aloi, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Marta Cortellazzo Wiel, Massimiliano Donato, Chiara Michelini, Felice Montervino, Fabio Monti, Massimiliano Poli, Valentina Sperlì, Bruno Stori e Petra Valentini.

Comicità lieve e spumeggiante nella commedia di Gianni Clementi “Le signorine”, affidata all’abilità interpretativa di Isa Danieli e Giuliana De Sio, che il 7 e l’8 dicembre danno vita a un testo irriverente e poetico che ricorda come la famiglia sia il luogo dove ci è permesso dare il peggio di noi, senza il rischio di perdere i legami più importanti.

Uno dei protagonisti della nuova scena teatrale è certamente Lino Musella, presente al Teatro Era con due titoli come “Play Duett” (18 e 19 gennaio) e “The Night Writer” di Jan Fabre (14 febbraio). E se nel primo, insieme a Tonino Taiuti, l’attore campano crea un gioco teatral-musicale attorno alcune tra le più divertenti scene del teatro napoletano, da Basile a Moscato, da Viviani a Iacobelli, in “The Night Writer” viene fuori un autoritratto del regista Jan Fabre attraverso un mosaico fatto di estratti diaristici e testi prodotti nel corso di un’esistenza espressa sempre al limite.

Il 25 e il 26 gennaio Vinicio Marchioni dirige e interpreta con Giuseppe Zeno “I soliti ignoti”, in una inedita versione teatrale del mitico film di Mario Monicelli, uscito nel 1958 e diventato con il tempo un classico imperdibile della cinematografia italiana e non solo. Le gesta maldestre ed esilaranti di un gruppo di ladri improvvisati sbarcano sulle scene rituffandoci nell’Italia povera ma vitale del secondo dopoguerra. Uno spettacolo divertente ed emozionante.

Ancora cinema che diventa teatro con uno dei titoli più intriganti del 2020: “Mine Vaganti” di Ferzan Özpetek. L’8 e il 9 febbraio Francesco Pannofino, Paola Minaccioni, Arturo Muselli e Giorgio Marchesi interpretano l’adattamento del film del 2010 (2 David, 5 Nastri d’argento, 4 Globi d’oro) che arriva in teatro, diretto dallo stesso Özpetek, al debutto nella prosa.

Si prosegue il 22 e 23 febbraio con “Ditegli sempre di sì” di Eduardo De Filippo. Roberto Andò dirige Gianfelice Imparato, Carolina Rosi e la Compagnia Luca De Filippo e accompagna lo spettatore in quello che lo stesso regista definisce “un clima sospeso tra la surrealtà di Achille Campanile e un Luigi Pirandello finalmente privato della sua filosofia, irresistibilmente proiettato nel pastiche”.

La prestigiosa firma di Luca Zingaretti alla regia, arricchisce ulteriormente l’attrattiva di uno spettacolo come “The Deep Blue Sea” di Terence Rattigan con Luisa Ranieri, Maddalena Amorini, Giovanni Anzaldo, Alessia Giuliani, Flavio Furno, Aldo Ottobrino, Luciano Scarpa. Una una straordinaria storia d’amore e di passione. Una riflessione su cosa un uomo o una donna sono capaci di fare per inseguire l’oggetto del loro amore.

Dal 3 al 8 marzo Prima Nazionale di “Svegliami”, nuova produzione di Roberto Bacci, scritta da Michele Santeramo e interpretata da Elisa Cuppini, Maurizio Donadoni e Francesco Puleo. Le musiche sono firmate da Ares Tavolazzi. “I protagonisti sono teatranti – spiega Santeramo – una compagnia di giro che li costringe a lavorare sotto le direttive di uno di loro, convinto che il teatro sia ancora il posto nel quale, a cercar bene, si possa trovare qualcosa di vero”.

Il 17 e 18 marzo Luca De Fusco firma l’adattamento e la regia di “Salomè” di Oscar Wilde. Gli attori Eros Pagni, Gaia Aprea e Anita Bartolucci, insieme a un cast eccelso, rappresentano sul palcoscenico una Salomè inafferrabile, un enigma, che lo fa solo in apparenza somigliare a una tragedia greca, mentre in realtà ci troviamo di fronte a un’opera straordinaria, unica nel suo genere. Uno spettacolo che contamina teatro, danza, musica, cinema: quella forma “spuria” che il regista predilige da molto tempo.

La grande danza internazionale il 21 marzo regala un’anteprima assoluta con “Piano Works Debussy” della coreografa Lisbeth Gruwez, che insieme alla pianista Claire Chevallier regala al  pubblico un incontro fisico e sonoro che indaga lo spazio tra le note nelle composizioni di Claude Debussy.

Tra i nomi più amati dal pubblico di un certo modo di fare teatro, Emma Dante svetta per quel dialogo aperto tra contemporaneo e le tradizioni del Sud, ogni volta reinventati al servizio di un modo inedito del saper narrare. “Misericordia” (in programma il 27 marzo) racconta una realtà squallida, intrisa di povertà, analfabetismo e provincialismo, ed esplora l’inferno di un degrado terribile, sempre di più ignorato dalla società. Racconta la fragilità delle donne, la loro disperata e sconfinata solitudine.

L’Odin Teatret di Eurgenio Barba il 3 aprile arriva al Teatro Era con “Il libro di Ester”, di Iben Nagel Rasmussen. Nell’ambiente chiuso, ovattato e confortevole di un ospizio, madre e figlia dialogano. L’azione fisica è minima. Parole ripetute e ricordi ostinatamente rievocati fanno trapelare i sogni, le conquiste e i naufragi della vita di Ester.

Dal 7 al 10 maggio, Roberto Bacci firma la regia di “Oblomov, quando ci si sveglia si è morti”, per la drammaturgia di Stefano Geraci a partire da Ivan Goncarov, e l’interpretazione di Maurizio Donadoni e Francesco Puleo. “Lo svegliarsi ed il morire – sottolinea Bacci – sono i due capi di un unico bastone a cui si appoggia la nostra intera esistenza, un bastone che può essere usato in un verso o nell’altro”.

Gran finale di Stagione con protagonista Silvia Calderoni e Motus in un ritorno con il capolavoro “MDLSX” (l’8 maggio) e l’ultimo “Chroma Keys” (10 maggio). E se MDLSX viene descritto come “ordigno sonoro, inno lisergico e solitario alla libertà di divenire, all’essere altro dai confini del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità imposta, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una Patria”. “Chroma Keys” è una incursione dentro al cinema, nella meraviglia della finzione e dei suoi vecchi “trucchi” stereoscopici. La possibilità della comparsa e sparizione repentina di un corpo “alieno” nella scena fittizia di un film, per un sabotaggio sfrontato del frame”.

Foto:  (da sx) Marco Giorgetti, Tommaso Sacchi, Matteo Franconi, Antonio Chelli, Luca Dini

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