Firenze – Alunni e alunne dell’Itis G.Galilei di Livorno facevano parte delle tre squadre italiane che, giovedì scorso, sono state proclamate vincitrici del Campionato Mondiale di Zero Robotics, il torneo internazionale tra studentesse e studenti delle scuole superiori che si sfidano nella programmazione degli Spheres (Synchronized Position Hold, Engage, Reorient Experimental Satellites), piccoli satelliti sferici realizzati dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) e ospitati all’interno della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Oltre che dai livornesi, le squadre erano composte da alunne e alunni dell’ITIS G.B. Pininfarina di Moncalieri, del Liceo Scientifico Statale Leonardo Da Vinci di Treviso, del Liceo Scientifico Statale E. Fermi di Padova e dell’IISS Ettore Majorana di Seriate, che hanno sviluppato, in collaborazione con altre studentesse e studenti americani, programmi per controllare, in modo completamente autonomo, i robot a bordo dell’ISS.
Alla Zero Robotics Competition 2017/2018, concorso organizzato per la parte italiana, fra gli altri, dal Politecnico di Torino, dall’Università di Padova, dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, dalla Rete Robotica a Scuola e dall’Agenzia Spaziale Italiana, insieme al Massachusetts Institute of Technology (MIT), alla NASA e all’Agenzia Spaziale Europea (ESA), hanno partecipato squadre provenienti da scuole superiori di Stati Uniti, Italia, Australia, Russia, Germania, Romania, Messico, Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Polonia, Corea del Sud, Grecia, Repubblica Ceca, Canada, Ungheria.
Fra le nazioni europee, l’Italia è di gran lunga quella col maggior numero di scuole partecipanti. Quest’anno, inoltre, per la prima volta la branca europea della finale mondiale si è tenuta in Italia, a Torino: il Politecnico ha ospitato nei giorni scorsi 150 delle ragazze e dei ragazzi arrivati in finale, che hanno potuto assistere in diretta all’ultimo torneo della competizione, che si è svolto a bordo della Stazione Spaziale Internazionale e in collegamento con il MIT di Boston e con l’Università di Sidney.