Firenze – E’ vero che ormai era il segreto di Pulcinella, dal momento che nessun altro nome era emerso con qualche credibilità, ma è altrettanto vero che quell’esserci ma non dirlo un po’ di ansia la metteva, soprattutto nell’elettorato. Ora, quel sì detto da Eike Schmidt, approdato a Firenze come Direttore degli Uffizi e poi a scadenza andato a ricoprire l’incarico di direttore del Museo di Capodimonte , placa le ansie della base ma soprattutto mette il turbo ai vertici della Destra fiorentina, senza esclusione alcuna, a cominciare da Forza Italia che lanciò il nome, a FdI che lo appoggiò subito.
Insomma il sì ufficiale del “tedesco”, come lo chiamano a Firenze, toglie i freni a una campagna finora sotto tono, nonostante i puntuali interventi del capogruppo di FdI in consiglio comunale Alessandro Draghi e del capogruppo regionale Francesco Torselli, ma soprattutto, almeno a quanto si dice fra i soliti “informati”, arriva in un punto cruciale della campagna elettorale, ovvero quando la candidata del Pd Sara Funaro è ormai in ballo da mesi e dunque ha già lanciato molti temi e forse è un po’ sfiancata, ma soprattutto è già stata oggetto di fuoco amico e di polemiche che comunque non hanno fatto grande impressione al suo elettorato.
Naturalmente, il nome di Schmidt non può non far pensare al leader di IV, Matteo Renzi, di cui sono noti i buoni rapporti con l’ex direttore degli Uffizi, e anche e soprattutto il lavorio e lo scontro che in questi mesi ha tenuto banco sulle pagine dei giornali fra IV e Pd, nonostante la presenza di IV nelle maggioranze istituzionali (Regione e Comune), Insomma per qualche maligno se l’accordo non si fa col Pd, niente vieta che, grazie a ponti tellurici, non si possa pensare a un qualche movimento verso Schmidt… magari al ballottaggio, chissà.
Perché il vero punto è questo: riuscirà la Destra a Firenze ad arrivare al ballottaggio? Certo, dicono i più, e con il “tedesco” ci sta anche “si vinca”. Mutatis mutandis, applausi e gioia per un inedito asse Firenze-Berlino e tutti in pista “pancia a terra” per recuperare il tempo perduto. Lo dicono a chiare lettere i maggiorenti di FI Maurizio Gasparri,capogruppo al senato e responsabile nazionale Enti locali di Forza Italia e Marco Stella, coordinatore regionale del partito in Toscana. “Il centrodestra è pronto, ed è al lavoro per vincere: questa è davvero la volta buona, Schmidt è un candidato di spessore che incontra grandi consensi trasversali in città e sarà il valore aggiunto dell’alleanza”. Circa il presunto ritardo nella discesa in pista, nessuna paura: “Forza Italia a Firenze ha iniziato già da tempo a lavorare sul programma, presentando il manifesto delle 50 idee, oltre ad una campagna di ascolto che sta andando avanti con risultati che ci danno grande entusiasmo – sottolineano – metteremo a disposizione delle forze di centrodestra e del candidato sindaco il nostro programma, le nostre idee e i nostri valori, consapevoli della competenza e della qualità che esprimono i candidati della nostra lista al Consiglio comunale”.
Non troppo preoccupato, a dire il vero, è il Pd, che sabato 16 marzo ha riunito qualche centinaio di persone al Circolo Arci dell’Isolotto per un pranzo con la segretaria Elly Schlein che tiene a battesimo, ma la sua simpatia per Sara Funaro era già evidente, la candidata piddina al posto di comando della città. Del resto, che il cuore di Elly fosse già vicino a Funaro, era stato evidente anche nelle dinamiche che sono intercorse nelle more della scelta del candidato per Firenze (anche se Dario Nardella, sindaco uscente, non aveva mai fatto mistero dei suoi intendimenti circa Funaro e della sua volontà di non sottoporla a primarie, che tuttavia, dopo la defenestrazione di Cecilia Del Re, non sembravano poi tanto incerte circa la vittoria dell’assessora a welfare) , vale a dire la richiesta di primarie che un sia pur modesto settore del partito aveva portato avanti. Sara Funaro per tutti, dunque, e attorno a lei, oltre ovviamente al Pd, una pletora di altri partiti progressisti che la sostengono e che hanno apprezzato l’intervento diretto e d’altro canto doveroso e atteso, della segretaria nazionale.
Schlein su Funaro a tutta forza, supporto convinto che sorge “dal fatto che il suo impegno, la sua competenza, il suo attaccamento a questa città ha fatto sì che fosse naturale per noi sostenere questa candidatura, sostenere Sara. È anche la garanzia della sua capacità di tenere insieme questa coalizione che è già ampia e coerente e che lavoriamo per allargare ulteriormente, perché noi abbiamo questa tensione unitaria sempre perché siamo pronti a continuare col buongoverno della città puntando sull’innovazione”, dice Schlein al pranzo dell’Arci, aggiungendo anche “sull’innovazione, soprattutto sul terreno su cui Sara si è più spesa che è quello della riduzione delle disuguaglianze, perché anche a Firenze le disuguaglianze sono aumentate in questi anni. Quindi il rilancio della città e un buono sviluppo dipendono esattamente da quanto prendiamo per mano quella parte di fiorentini che fanno più fatica oggi”. Da sottolineare l’interessante espressione della segretaria Dem, che punta sul “continuare col buongoverno della città”. Una patente di buongoverno che non può non inorgoglire la squadra in carica e nello specifico, il sindaco uscente.
E’ proprio invece circa la discontinuità con le politiche attuali, portate avanti dalla giunta del centrosinistra, che a sinistra si discute. Una sinistra che, nonostante il ruolo unificatore del candidato, Dmitrij Palagi ad ora tenga, ruolo guadagnato sul campo in cinque anni di opposizione ma anche di proposte, deve tenere conto di qualche scossone impresso da sviluppi almeno in parte imprevisti. Ad esempio, l’Associazione 11 Agosto, capitanata dallo storico dell’Arte Tomaso Montanari preside dell’Ateneo per stranieri di Siena, rischia di creare qualche confusione in un elettorato che spesso si rifugia nell’astensionismo come quello della gauche. Del resto, ancora non si capisce bene dove Montanari porterà le sue animose truppe, ma anche perché rifare, con modalità già viste da mesi, tavoli di partecipazione già tenuti e lanciare slogan spesso già sentiti nell’area , ad esempio, di Spc e di altre associazioni, fra cui la longeva e significativa Firenze Città Aperta con Massimo Torelli, ma anche Firenze Possibile, ecc.
Dall’altro lato, anche la cordialità espressa nei confronti di Cecilia Del Re, e del suo drappello di sostenitori, rischia di far andare di traverso il fronte unito della sinistra. ancora troppo presto per fare i conti, bisognerà tuttavia aspettare che le cose si chiariscano. Ma nella base si comincia già ad avvertire una certa insofferenza, e la domanda che si sente sempre più di frequente è: “Ma perché Montanari si è messo in proprio?”.
In foto Eike Schmidt