Firenze – Potere al Popolo ci sarà, alle prossime elezioni di primavera. Con una propria lista. Senza entrare nella “grande alleanza” della sinistra chiamata a raccolta dal sindaco uscente Dario Nardella. Non tanto perché “Il sindaco non ci ha assolutamente chiamato”, ma perché “siamo altrettanto assolutamente alternativi tanto al centrosinistra quanto al centrodestra”. E per quanto riguarda eventuali alleanze con il più “titolato” degli eventuali partner, ovvero Firenze Città Aperta, si deve aspettare. Intanto che Firenze Città Aperta “si disambigui”, mostrando programma e candidati, poi, la decisione dell’assemblea di Pap che deciderà il da farsi. Dunque, la fine di gennaio. Quando le carte saranno scoperte, “avremo non solo la lista ma anche i nomi dei candidati”. Insomma anche oggi, si consolida il “metodo” Pap: da un lato, il tener ferma “l’immersione” nel concreto andando a “chiedere consiglio” ai movimenti della base popolare (comitati, gruppi di cittadini, movimenti), dall’altro l’uso dell’assemblea come strumento decisionale. Ed è infatti dall’assemblea territoriale tenuta in data 18 dicembre 2018 che nasce la decisione di lanciare la presentazione della lista di Potere al Popolo alle amministrative di primavera.
Se questo è “l’humus” da cui nasce Potere al Popolo, ecco i “focus” che la formazione di sinistra enuncia come irrinunciabili. Partendo da Firenze, che, come sostengono gli esponenti di Potere al Popolo Lorenzo Alba e Miriam Amato, che stamattina hanno tenuto un incontro con la stampa a Palazzo Vecchio, appare come “una città dai due volti, uno è quello ben visibile della città vetrina, delle code affollate di turisti, degli airbnb, dei ristoranti e degli alberghi. L’altro è quella in cui ci è dato di vivere: la città degli sfratti, delle privatizzazioni e del lavoro sottopagato, la città in cui la miseria ha un altro nome: il “degrado”.”.
I punti salienti del disegno politico promosso da Pap ci sono già: e riguardano chi lavora nella città vetrina vedendo dimenticati, e magari dimenticandoli lui stesso, i propri diritti, a chi lavora al nero, ai lavoratori poveri, a quelli del settore pubblico stritolati da esternalizzazioni e conseguenti appalti, per giungere alla questione abitativa, con i suoi 130 sfratti al mese e con le famiglie che, pur lavorando, non riescono a evadere dal penoso dilemma, mangiare o pagare l’affitto, fino agli utenti di servizi pubblici sempre più “al ribasso”, e alla devastazione ambientale.
Non solo. Come spiega Alba, la formazione del programma verrà “agito” prendendo contatto con i soggetti cittadini, comitati, movimenti, “che lottano contro quelle che sono le attuali direttrici della giunta e anche del governo, in quanto ci sono anche questioni che riguardano non solo la politica strettamente amministrativa, ma sono questioni nazionali come ad esempio quella dei migranti”.
“Un programma è uno strumento – dice Alba – dal nostro punto di vista è più importante capire come si costruisce la lista e come si costruiscono le rivendicazioni che porteremo avanti, più che i nomi. Certamente, i candidati che andremo a cercare non sono solo interni a Potere al Popolo ma saranno contattate anche persone che in qualche modo si sono spese in questi mesi nelle rivendicazioni sociali più importanti, da quelle sulla casa, al lavoro, alla lotta degli autisti contro la privatizzazione di Ataf, a tutti i comitati che lottano contro la devastazione ambientale. Sicuramente una parte del programma andremo a costruirlo insieme a loro”.
“Un programma è uno strumento” vuol dire anche altro. “Sappiamo benissimo che sarà molto difficile che Pap vada al governo della città. Sappiamo però altrettanto bene che ci sono alcune rivendicazioni che possono essere, sin dall’inizio, in qualche modo agite”. E l’esempio, uno fra i tanti, è: “Una proposta di delibera contro il lavoro nero all’interno delle attività di ristorazione e commerciali del centro storico, che preveda come sanzione il ritiro del diritto d’uso di suolo pubblico a quelle attività che evadono i contratti nazionali”. Un “metodo” che è già passato in alcune città, ricorda Alba, Barletta e Napoli, e consente ” di coinvolgere tutti coloro che vivono sulla loro pelle questo problema attivando una sorta di controllo popolare sull’effettivo rispetto dei contratti nazionali e dei diritti dei lavoratori”. Altro soggetto chiamato in causa, il Comune, che dovrebbe svolgere a sua volta un ruolo di controllo sulle attività che si muovono sul proprio territorio. Insomma, una sorta di osservatorio del Comune non solo sulle attività al nero ma anche, ad esempio, sulle esternalizzazioni, che spesso producono lavoratori poveri e rapporti iniqui.
Proiezione sul concreto del territorio, ma testa anche fuori dai limiti territoriali. Ad esempio, su quelle regole europee che, i fatti lo dimostrano, fanno parte di un teorema dettato da “pochi con conseguenze sui molti”. L’azione politica di Pap comprende anche le leggi nazionali e quei principi europei che, passaggio dopo passaggio, vanno ad impattare sulle politiche dei Comuni, “che strozzati dal patto di stabilità e dal pareggio di bilancio, rischiano di non essere più in grado di fornire quei servizi essenziali che sono appannaggio della “prima linea” di contatto fra cittadino e istituzioni”.
Un altro grande tema, il problema abitativo. “Abbiamo le idee molto chiare anche su questo – spiega Miriam Amato – richiamandosi all’ultima sentenza della Cassazione, che dice che dobbiamo pagare con dei soldi pubblici due proprietari titolari di 50 alloggi abitativi, che erano stati occupati per un problema di emergenza abitativa, senza avere niente in cambio. Da anni sostengo, e lo faremo anche come Pap, la requisizione degli alloggi sfitti. E’ stato quello che ha fatto La Pira, è quello che è sancito da diverse normative, è quello stabilito dall’art. 838 del codice civile. Si può fare: riconosciamo un indennizzo alla proprietà e risolvi il problema abitativo. Il fatto che Firenze non sia in grado di rispondere all’emergenza abitativa è conclamato nei numeri: 2900 famiglie in lista per la casa, e quando si parla di “seconda accoglienza” non si capisce dove siano gli alloggi di cui si dovrebbe usufruire. Per quanto riguarda le strutture, sono al collasso. Perciò, posso dichiarare che i famosi 400 milioni del Pd per il piano casa appartiene alla categoria “Libro dei Sogni”: ho trovato a bilancio stanziamenti per 23 milioni e se si arriva ai 56 milioni lo si fa con le partite di giro di Casa spa”.
Infine, quali sono le speranze che comunque Pap investe nelle prossime elezioni? “Intanto, la conferma dei settemila voti della volta scorsa”, dice Alba. Il che significa, dati alla mano, circa un 3%, spendibile per l’elezione di un consigliere.
Foto di Andrea Berti: da sinistra, la consigliera comunale Miriam Amato e Lorenzo Alba