L'ufficializzazione ancora non c'è, causa qualche nodo da sciogliere dei due partiti della sinistra, Rifondazione comunista e Sel, quest'ultimo, sottolinea qualcuno fra la folla che ha invaso ieri sera la Casa del Popolo “Il Progresso”, è lo stesso partito dell'ipotetico candidato. Ma fra oggi e domani i giochi dovrebbero essere fatti, e per la prima volta dopo anni, la sinistra potrebbe anche presentarsi con una unica lista, raccolta sotto la candidatura di Grassi. Giovane, competente e capace di tenere i rapporti fra partiti istituzionali e i movimenti e le associazioni. Ma soprattutto, amato dalla base. Di chi? Di tutta la sinistra a sinistra del Pd.
L'aria che si respira, dopo anni di litigi e dissociazioni, mal di pancia e distinguo sempre più sottili all'assottigliarsi delle schiere, è un'aria che sa di unità. Duecento persone all'assemblea della sinistra a sinistra del Pd, duecento persone che sbuffano quando qualcuno parla di tessere e candidature differenziate, o ricorda i malumori e i mal di pancia antichi e per una frangia della dirigenza mai sopiti. Sbuffano, dalla base di movimenti, associazioni e semplici cittadini, e parlano di emergenza, di necessità di ricomporre un blocco sociale, “forte, dal momento che ci stanno mettendo con le spalle al muro e il sedere a terra”. Non per niente, fra gli interventi più applauditi c'è quello di uno degli organizzatori, Stefano Cecchi esponente e leader fiorentino del sindacato Usb, capofila di una delle battaglie che più hanno impensierito l'amministrazione fiorentina, quella dei soldi dati e poi da rendere dei dipendenti comunali, oltre ai tagli, alle esternalizzazioni dei servizi, agli appalti al massimo ribasso, e così via. Uno, insomma, che al di là delle teorizzazioni ha visto e sentito sulla pelle dei lavoratori il significato di certe linee guida del “nuovo corso” del centrosinistra.
E' lui, il più applaudito, ma anche chi parla di lista unica, di candidatura unica, di Tommaso Grassi. Ci si spella le mani anche per Ornella De Zordo, battagliera e chiara come sempre, reduce dal tour de force dell'approvazione del regolamento urbanistico in consiglio comunale, una due giorni in cui di fatto gli unici emendamenti (134) presentati sono stati quelli della coppia De Zordo-Grassi. E se ne sono passati solo due, come qualcuno fa sommessamente osservare, di emendamenti, è chiaro che la battaglia di coppia era paragonabile a quella di Davide contro Golia. E per questo round, Davide ha raccolto un magro, ma anche impensabile, bottino.
“Sì, ma non sarà sempre così, se la sinistra una buona volta l'abbozza di dividersi su questioni di cui non frega niente a nessuno”, sbotta un signore che sta chiacchierando a bassa voce con un gruppetto a margine dell'assemblea. In fin dei conti, al di là degli interventi entusiastici o critici che si susseguono a ritmo serrato sul palco, la sintesi di questa serata è proprio in quelle parole, nella richiesta pressante (è anche un po' aggressiva) che parte dal basso: “Basta minchiate – arriva anche con termine più colorito dal basso – tutti insieme e candidato Grassi”.
Quasi al termine della serata, arriva anche l'appoggio di Mauro Romanelli, consigliere regionale di Sel. E ancora tanti che si susseguono: sono i disabili penalizzati dalla politica renziana sulla pedonalizzazione e i parcheggi, il personale degli asili nido, il rappresentante sindacale Silvano Ghisolfi, che parla della questione lavoro sotto Renzi riferendosi ai dipendenti del Maggio, alla questione ultima delle maschere e del concorso: “Si dismettono professionalità e competenze stratificate negli anni, per ricorrere alla precarizzazione del lavoro”. Insomma, Job Acts in prospettiva fiorentina, e gli applausi scrosciano.
Cosa osta dunque all'ufficializzazione? Qualcosa ancora, ma capace addirittura di rimettere in discussione ciò che è un comune sentire del “popolo” della sinistra. E che verrà sbrogliato fra oggi e domani. Oggi, infatti, come precisa nel suo intervento l'esponente di Sel Andrea Tombelli, ci sarà il “federale” di Sel, vale a dire la riunione in cui si dovrebbe avere il via libera alla candidatura di Tommaso Grassi e anche alla lista unica della sinistra. Passerà? Tombelli è pronto a dire di sì, ma da alcune parti trapela la voce che ancora i dissensi interni non sono per niente sopiti. Non sarà che dentro Sel le posizioni di aperta contrapposizione a Renzi e Pd di cui è portatore “Tommasino” facciano venire qualche reazione allergica a qualcuno? Un sospetto feroce a cui chi è in sala non dà credito alcuno, anzi, come fa capire l'intervento di Tombelli, pronto, dopo le scuse “per non avere capito come andavano le cose nel 2009” (ci si riferisce all'alleanza di Sel col Pd) a ribadire che Sel starà nella lista della sinistra e sosterrà il candidato Grassi. Oggi si vedrà.
Dall'altro lato della mela, domani riunione anche per Rifondazione comunista. Che ha fatto capire che, anche se i mal di pancia sono ancora forti, vecchie ruggini ancora presenti, forse potrebbe anche accettare un candidato come “Tommaso”. Ad alcune condizioni, come spiega il segretario provinciale Andrea Malpezzi: “Rifondazione comunista non ha nessuna pregiudiziale nei confronti di Grassi. Nessuna pregiudiziale sui nomi, ma sui contenuti sì. Se si riesce a iniziare un percorso politico e non solo elettorale, magari non mettendo le bandierine fuori ma a disposizione, se si chiarisce il programma, il percorso e il progetto, allora va bene. Rifondazione comunista non ha interesse a una sfida elettorale per ottenere un consigliere”. Che cosa voglia dire tutto ciò in concreto, lo si vedrà domani, dopo la riunione del partito. Ma di una cosa si può stare certi: a Firenze il popolo della sinistra a sinistra del Pd vuole un “blocco sociale forte” e soprattutto unito. E chi può fare il miracolo è, lo dice senza preamboli la folla in sala, Tommaso Grassi.