Firenze – L’amianto non è stato ancora debellato. Rispetto alle due milioni di tonnellate presenti in Toscana nel 1992, sono stati fatti molti progressi per quanto riguarda la bonifica, tuttavia a un ritmo – ancora troppo lento – di ventimila tonnellate l’anno. Senza contare i numerosi smaltimenti illegali “fai da te”, l’abbandono di materiali pericolosi accanto ai cassonetti per le strade o nelle campagne, in qualche luogo isolato.
Per sensibilizzare i cittadini è stata organizzata la mostra “BastAmianto“ nei locali di Palazzo Bastogi in Via Cavour, ideata originariamente nel 1990, un periodo in cui l’amianto era ancora largamente utilizzato perché presente all’interno di prodotti di ogni genere. La mostra, promossa dall’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (ispo), contiene manufatti in amianto con diversi gradi di pericolosità: alcuni sono contenuti in scatole di vetro sigillate, come guanti, frammenti e giochi per bambini (il das, che fino al 1975 conteneva amianto, poi sostituito con la cellulosa), altri sono esposti all’aria – ad esempio, una canna fumaria e un camino. Inoltre per i visitatori sarà possibile portare piccoli elettrodomestici o suppellettili al personale della mostra che gratuitamente effettuerà un test per verificare l’effettiva presenza di amianto.
Di per sé l’amianto non è pericoloso, lo diventa quando viene frantumato e libera le fibre: lo ha ribadito alla conferenza stampa di presentazione Gianni Amunni, direttore generale ispo: “dobbiamo stare attenti contemporaneamente agli allarmismi e alla sottovalutazione su questo tema. Spesso la stampa tende a creare allarme non appena si viene a sapere della presenza di una tettoia, ma la connessione non è così immediata”.
In questo contesto si è inserita la recente legge regionale proposta da SEL e approvata all’unanimità che prevede norme più sistematiche per lo smaltimento con la definizione dei siti di stoccaggio (in Italia, con minori costi rispetto a siti esteri) e la tracciatura informatica elettronica dei rifiuti per contrastare l’illegalità. Inoltre si prevede un piano di formazione del personale, coinvolgendo le organizzazioni sindacali, e l’invio dei malati a strutture specializzate in grado di fronteggiare il problema.
Il singolo cittadino toscano dovrà servirsi di un unico sistema per lo smaltimento, con la possibilità di trasportare in auto i rifiuti fino a trenta chili fino alla più vicina zona per lo stoccaggio. Ad Arezzo, ad esempio, si sta usando un metodo efficace in questo senso, con uno scarrabile tenuto per 48 ore all’interno delle isole ecologiche dove il cittadino può scaricare i suoi rifiuti.
Il piano attuativo della legge regionale doveva essere fatto entro il Marzo scorso, come spiega Mauro Romanelli, consigliere di SEL e promotore della legge, ma bisogna aspettare i tempi della Giunta.
Attualmente i danni alla salute connessi all’amianto hanno un’incidenza di 80-95 nuovi casi ogni anno. “Le diagnosi stanno aumentando, e questo vuol dire che siamo all’esaurimento”, spiega ancora Gianni Amunni. Il 95% dei casi si riferisce a persone che sono state per lungo tempo esposte per ragioni professionali.
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 10 Ottobre dal lunedì al venerdì con orario 10-12 e 14.30-18.30.